Sant’Agata, «chiude» la processione delle reliquie Devozione e spinte ma nessuna tensione al Duomo

La processione delle sacre reliquie, che suggella l’edizione 2019 dei festeggiamenti agatini, si svolge in un clima tranquillo. E non era affatto scontato, se si considera quanto siano stati turbolenti gli ultimi giorni. Prima la cosiddetta guerra del cordone, poi la notizia – confermata ieri dalla procura di Catania – che i pm catanesi hanno aperto un’inchiesta sul percorso e sulle fermate della processione, che vede sullo sfondo l’ipotesi delle scommesse clandestine. Questa sera, però, i devoti «ostaggio di nessuno» sfilano composti, al di là delle gomitate e dei tremendi spintoni che incassa chi si avvicina troppo alla santa. Normale folklore dei lividi. Conclusa la messa delle 19 – nel corso della quale l’arcivescovo Salvatore Gristina ha esortato al pentimento coloro che mercoledì scorso hanno fatto resistenza alla decisione di annullare la salita di via Sangiuliano – la patrona di Catania è pronta a salutare i scittadini.

Sant’Agata, come da tradizione, varca l’uscita secondaria della cattedrale con un filo di ritardo, intorno alle 20.15. La processione delle sacre reliquie si svolge in un tempo brevissimo. Tra l’uscita e il rientro della santuzza e delle sue reliquie passano più o meno venti minuti. Che sono un condensato di devozione. I sacchi bianchi prendono slancio, rallentano, poi ripartono all’improvviso, con le mani adagiate sulle spalle del fedele che viene prima, una sorta di catena che serve a non cadere in terra, ma che dà anche la sensazione, ormai piuttosto rara, di una comunità che marcia insieme. A pochi metri dalla testa della processione ecco le autorità politiche: c’è il sindaco Salvo Pogliese in fascia tricolore, ci sono molti dei suoi assessori, c’è il presidente del Consiglio comunale Giuseppe Castiglione. Il gruppo è cinto da un cerchio di vigili urbani

Il percorso dei devoti disegna i quattro angoli del Duomo. L’ultima sosta la santa la compie in prossimità di via Garibaldi. I portatori compiono un giro a 360 gradi affinché i devoti assiepati in ogni angolo del centro possano vedere il suo viso, il suo sguardo. Poi comincia la dirittura d’arrivo, il garrire dei fazzoletti bianchi si fa sempre più frenetico. Fino al ritorno in cattedrale. Frattanto le candelore, in una fila piuttosto ordinata, seguono il corteo principale e alla fine, una alla volta, risalgono via Etnea. Sant’Agata ha salutato il  suo popolo appena pochi minuti fa. Il sentimento religioso dà appuntamento ai festeggiamenti agostani, ma le polemiche sugli avvenimenti recenti non sono affatto sopite.  

Marco Militello

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