Davide Santacolomba è un giovane ventottenne palermitano che oggi vive in Svizzera, a Lugano. Musicista acclamato e caparbio, conserva una storia affascinante e vibrante quanto la sua musica. «All’età di 8 anni, in seguito ad accertamenti vari effettuati a Palermo e confermati al policlinico di Milano, ho scoperto di essere affetto da ipoacusia bilaterale neuro-sensoriale grave. In altre parole mi accingevo a divenire quasi o completamente sordo. Lì per lì non capii nulla, ero troppo giovane, furono i miei genitori a rimanere basiti perché compresero in quel momento, più di me – racconta l’artista – cosa mi aspettava nella vita».
Un momento estremamente difficile che lo ha spinto ad attraversare un percorso di vita differente che invece lo ha premiato, offrendogli un panorama straordinario, quello musicale. Prosegue Davide: «Il mio primo approccio alla musica è avvenuto proprio quando io e la mia famiglia ripetemmo gli esami clinici a Milano. Nella casa dove abitavamo c’era un pianoforte; la padrona di casa una sera, dopo cena, intonò delle semplici e famose note che possono essere piacevoli per un bambino. Erano quelle di Fra’ Martino campanaro. Era la prima volta che vedevo e sentivo questo strumento da vicino e, dopo che la signora ebbe finito di suonare quella melodia, mi avvicinai al piano e la riprodussi di stampo (anche perché fortunatamente la melodia era stata eseguita nel registro medio dove riuscivo a sentire). Da allora cominciai a nutrire un forte interesse per la musica e cominciai a prendere le prime lezioni di piano presso il Centro Paolo Borsellino guidato dal nostro parroco, Don Giuseppe Bucaro».
All’età di tredici anni Davide, inizia a studiare musica preparandosi con l’aiuto della sua insegnante, Paola Sciotto, e riusce ad essere ammesso se pur con il suo persistente problema, al Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo: «Il quarto anno fu il più intenso – ripercorre – superato grazie anche alla mia amatissima e stimatissima insegnante Giovanna De Gregorio, che mi ha condotto con fierezza al sospirato traguardo del mio diploma accademico, conseguito il 4 marzo 2015, con 10 e lode».
Un connubio indissolubile per il giovane quello con la musica, adesso trasmessa dai tasti e dalle corde del suo pianoforte, note classiche che lo stanno trascinando piacevolmente, giorno dopo giorno. Prosegue Davide: «Penso che la musica non abbia confini, anzi che essa superi ogni confine. Sebbene io adesso sia lontano dalla mia amata Palermo, dalla mia favolosa terra di Sicilia, sono altrettanto felice perché la mia compagna fedele è qui con me, a Lugano, in Svizzera, dove sto seguendo un master di didattica musicale con insegnanti che stanno continuando ed evolvendo l’opera già iniziata nella mia città».
Molte ore di studio, uno sforzo inenarrabile per un giovane che, svantaggiato ma mai sconfitto, prosegue negli studi presso il Conservatorio Della Svizzera Italiana, alternando tempo in aula ed esperienze sui palchi. Spiega il giovane pianista: «Molte volte sono stato tentato di abbandonare la musica perché riconoscevo i miei limiti e non riuscivo a capire quale sarebbe stata la soluzione per affrontarli e superarli. Avevo paura del mio futuro ma, la passione, il cuore, sensazioni fisiche che vanno oltre l’udito come l’amore, mi hanno fatto rivedere tutto come una sorta di sfida. Sono riuscito a sviluppare una sensibilità diversa, un istinto generato da vibrazioni, riflessioni interiori e movimento del corpo».
Un anno prima della laurea, dopo aver cambiato parecchie volte impianti e apparecchi per alleviare cause ed effetti Davide si è confrontato con i medici dell’Azienda Ospedaliera Di Otochirurgia di Padova, dove grazie al professor Martini è riuscito a trovare un mezzo all’avanguardia sottoponendosi a un nuovo impianto cocleare. «Oggi posso affermare che – conclude – grazie al mio impianto recupero tutte le frequenze, inesistenti col mio naturale udito. E man mano che passa il tempo, grazie anche ai mappaggi e alla logopedia, il mio udito sta progressivamente migliorando e con esso tutte le mie condizioni di vita. Un motto ancora oggi riecheggia dentro di me: ‘Volli, volli, fortissimamente volli’ e così vado avanti».
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