Un incidente mortale sul lavoro si è verificato lunedì scorso a Santa Venerina, poco dopo le 14, all’interno di un capannone ubicato in contrada Filicetto. A perdere la vita Alfio Panebianco, 60 anni, operaio edile di Acireale: l’uomo sarebbe rimasto folgorato da una scarica elettrica da 20mila volt. Sulla dinamica le forze dell’ordine mantengono il massimo riserbo, in quanto è in corso una specifica indagine sul caso. Da quanto si apprende il lavoratore sarebbe morto sul colpo: inutili i tentativi di rianimarlo da parte del personale medico, allertato dalle altre persone presenti sul luogo della disgrazia. I carabinieri del locale comando stazione hanno avviato le indagini per accertare l’esatta dinamica dell’accaduto. La salma sarebbe a disposizione della magistratura.
A dare la notizia dell’ennesimo incidente sul lavoro sono state la Fillea Cgil e Feneal Uil di Catania: «Un lavoratore edile è deceduto per un incidente le cui dinamiche non sono ancora chiare – ha detto a Meridionews il sindacalista Antonino Potenza assieme al collega Giovanni Pistorio – Stanno indagando le forze dell’ordine e ci atteniamo alle loro indagini. Esprimiamo la nostra vicinanza alla famiglia dell’operaio deceduto».
Per i due sindacalisti, i morti sul lavoro non «sono figli del caso ma degli effetti di una incultura d’impresa che negli anni è stata anche favorita dal legislatore a discapito del mondo del lavoro». Sulla stessa lunghezza d’onda Maurizio Attanasio, segretario generale Cisl Catania, e Nunzio Turrisi, segretario generale Filca Cisl: «Alle istituzioni, ai datori di lavoro e ai lavoratori ribadiamo la necessità di non abbassare mai la guardia sulla sicurezza. Serve dunque che il settore delle costruzioni diventi sempre più “industriale” non solo nei fatturati ma anche nella strutturazione dei processi di organizzazione del lavoro».
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