L’ordigno esploso lo scorso febbraio davanti al negozio Primigi Store di Santa Teresa di Riva sarebbe stato messo da due cugini siracusani, F.G. 43enne e T.C.M. 28enne, il primo mandante e il secondo esecutore materiale. Il movente sarebbe da cercare nella paura per la concorrenza. F.G è infatti titolare di negozi dello stesso marchio nelle province di Catania e Siracusa, e avrebbe covato rancore nei confronti del collega di Santa Teresa di Riva, che fungeva anche da capo area per la Sicilia e la Calabria. Al commerciante siracusano erano state ridotte anche le forniture di merce a seguito delle sue insolvenze nei pagamenti e il 43enne avrebbe avuto timore dell’espansione commerciale della vittima che, aprendo nuovi punti vendita, si era posto in aperta concorrenza con lui, cercando di estrometterlo dal mercato.
I due cugini sono stati arrestati all’alba di oggi a Siracusa, la misura cautelare in carcere è stata eseguita dai carabinieri della Compagnia di Taormina e della stazione di Santa Teresa di Riva su ordine del Gip del Tribunale di Messina e su richiesta della Procura della Repubblica peloritana, guidata da Maurizio De Lucia. F.G. e T.C.N. sono accusati dei reati di devastazione, detenzione e porto di materiale esplosivo, in concorso tra loro e a una terza persona che non è stata identificata.
Le indagini – coordinate dal sostituto procuratore Marco Accolla – sono partite lo scorso febbraio 2018, all’indomani dell’attentato del 5 febbraio. La sera, intorno alle 22.30, un ordigno rudimentale esplode a ridosso della vetrina del negozio Primigi che vende calzature e abbigliamento per bambini, nel pieno centro di Santa Teresa di Riva. Gli approfondimenti dei carabinieri si avvalgono di intercettazioni telefoniche e delle immagini riprese dal servizio di videosorveglianza di un’attività commerciale adiacente al negozio oggetto dell’esplosione; video da cui si vede che la bomba era stata collocata da due uomini, giunti a bordo di una Nissan Micra di colore bianco, proveniente dalla direzione Messina-Catania. Le telecamere immortalano i due soggetti parcheggiare il mezzo lungo l’adiacente via Leandro, scendere dal veicolo, prelevare da una busta (successivamente sequestrata) un oggetto non meglio identificato. L’individuo che viaggia sul lato passeggero, con il volto travisato, prende il contenuto della busta e corre verso il negozio posizionando l’ordigno nei pressi della vetrina e innescando la miccia. Poi torna di corsa verso l’auto che parte in direzione Catania.
La deflagrazione, accompagnata da un assordante boato, oltre a disintegrare la vetrina del negozio, ha danneggiato le automobili parcheggiate nelle vicinanze, numerose altre vetrine lungo il viale Regina Margherita, interessando anche le facciate dei palazzi circostanti che hanno riportato delle evidenti lesioni. L’esame delle immagini ha consentito di rilevare che l’auto usata per l’attentato era priva del passaruota anteriore sinistro e lo stop posteriore collocato sul portellone non era funzionante.
I militari hanno quindi visionato numerosi sistemi di videosorveglianza installati negli esercizi commerciali e lungo le arterie che collegano Santa Teresa di Riva con Furci Siculo, fino al casello autostradale di Roccalumera e sono riusciti ad individuare la Nissan Micra, estrapolandone la targa. Dagli approfondimenti investigativi è emerso che la macchina era munita di sistema Gps collegato al contratto assicurativo e, pertanto, sono stati acquisiti i dati di posizionamento dell’auto registrati dal sistema di localizzazione.
L’incrocio dei dati dei tabulati telefonici dell’utenza in uso all’esecutore materiale del delitto con quelli registrati dal sistema Gps installato sulla Nissan Micra, hanno confermato la presenza dell’arrestato sul luogo dell’esplosione. In particolare, il traffico telefonico ha confermato il suo spostamento dalla provincia di Siracusa verso la fascia ionica della provincia di Messina. Alle ore 22.10 il Gps rilevava la Nissan Micra proprio a Roccalumera dove era stata peraltro immortalata dalle telecamere del casello autostradale in orario compatibile con gli spostamenti dell’utenza telefonica.
L’analisi dei dati, inoltre, ha consentito di ricostruire che, durante il viaggio di andata verso Santa Teresa Riva, la Micra ha effettuato una sosta nel parcheggio di un centro commerciale dove, secondo i carabinieri, è avvenuto verosimilmente un incontro tra i due cugini, come indicato dalla localizzazione delle utenze telefoniche in uso ai due uomini che hanno agganciato la medesima cella telefonica di Catania in quegli orari. La durata del viaggio di andata è stata di circa due ore e trenta mentre quello di ritorno di circa un ora un quarto.
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