La pandemia da Covid-19 ha abituato un po’ tutti a fare i conti con cambiamenti di abitudini e novità, di certo però fa effetto il primo 4 settembre, giorno in cui secondo il calendario si festeggia Santa Rosalia, senza la classica acchianata da Palermo verso la cima di monte Pellegrino, dove si trova il santuario della patrona. Proprio la Santuzza, che secondo la tradizione, liberò la città dalla peste, si troverà “sola”, per vi di un’altra emergenza sanitaria. Il Comune infatti ha da giorni fatto transennare tutte le vie d’accesso a piedi al santuario, transenne che saranno presidiate e controllate per tutto. Chiuso l’ingresso da via Sadat per la Scala vecchia, ma anche tutte le intersezioni del percorso con via Bonanno, come stabilito da ordinanza sindacale.
L’obiettivo ovviamente è quello di evitare gli assembramenti, ma ci sono anche ragioni di sicurezza, con le condizioni della Scala vecchia che sarebbero precipitate dopo l’alluvione del 15 luglio, che ha reso il tragitto pericoloso soprattutto per gli anziani. Ci sarà comunque la messa, officiata dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, in solitaria all’interno della grotta di Monte Pellegrino, anche se la funzione sarà trasmessa in diretta streaming a partire dalle 11 sulla pagina Facebook del santuario, sul sito della diocesi di Palermo e in Tv su Trm. «Il Santuario si ritrova ad essere molto “più in difficoltà” rispetto alle altre Chiese a motivo della situazione logistica interna non facile da ‘gestire’ per la sicurezza di tutti», fanno sapere dalla diocesi.
E dire che nelle scorse settimane, grazie anche al lavoro della protezione civile, il santuario era comunque stato meta di pellegrinaggi, ricevendo persino visitatori provenienti da fuori provincia con tanto di autobus turistici. È accaduto per esempio lo scorso 25 agosto, uno degli ultimi giorni calendarizzati per l’apertura al pubblico, quando un gruppo di visitatori provenienti per lo più dal Catanese, hanno trovato inizialmente chiusi i cancelli, ma non le bancarelle di souvenir e oggetti sacri.
Il santuario alla fine ha accolto i pellegrini, anche se con tutte le rigide misure di sicurezza previste, tra cui l’ingresso scaglionato e non pochi divieti, oltre all’imposizione di non sostare per troppo tempo all’interno della cappella, per consentire a tutti di poterla visitare. «Dobbiamo fare pure la fila per pregare?» si lamentava una signora, mentre altri indossavano le mascherine, obbligatorie per entrare così come il disinfettante per le mani.
Previsti comunque moltissimi eventi in giro per la città. Manifestazioni che ovviamente non dovranno e non potranno prescindere da distanziamento sociale e utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. «La diffusione dei festeggiamenti per Santa Rosalia – dice il sindaco Leoluca Orlando – si deve al periodo del Covid-19 che ha liberato, paradossalmente, la vera immagine di Santa Rosalia, la cui devozione non può essere soltanto in un luogo ma è in tutti i vicoli della città e in tutti i giorni dell’anno». Tra gli eventi più suggestivi c’è il ritorno alla luce dei reperti storici e i modellini dei carri del festino conservati al museo etnoantropologico Giuseppe Pitré, che presterà le opere all’oratorio Quaroni, in via Maqueda, ma ci saranno anche tantissimi momenti di comunione in giro per la città, come nel caso di Danisinni.
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