Dopo le minacce ricevute ieri dagli operai forestali dell’incendio a Santa Cristina Gela, non è facile riprendere il lavoro. La vista di una pistola, le confuse accuse «siete voi quelli che accendono gli incendi per essere pagati dieci euro all’ora» (che fa riferimento all’episodio di Ragusa in cui un volontario appiccava i roghi per poter poi essere pagato dieci euro all’ora), le fiamme a pochi passi e quel ragazzo che sbraitava di portare con sé altre persone. Gaetano Guarino, funzionario della Forestale e responsabile del settore antincendio, a distanza di 24 ore è più arrabbiato che scosso.
«Noi continuiamo a fare il nostro lavoro e vigiliamo costantemente il territorio – dice -. È evidente che un episodio del genere nasce in seguito a tutte le campagne denigratorie nei confronti dei forestali: la colpa è sempre nostra, anche quando il caso di cronaca a cui faceva riferimento quel ragazzo riguardava un vigile del fuoco. Quel che è peggio è che c’era una squadra di sette uomini che stava spegnendo il fuoco e si è avvicinato pure questo imbecille, che è venuto a minacciare. Non solo uno rischia già la vita ogni giorno ma deve pure subito un atteggiamento mafioso». Intanto il lavoro dei forestali prosegue: tra incendi che continuano a devastare la Sicilia, la carenza di mezzi, le accuse dell’opinione pubblica. E ora pure le minacce.
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