La finanziaria che l’Ars deve necessariamente approvare entro oggi supera uno degli ostacoli più grandi, legato alla Sanità. L’aula dà il via libera a un taglio di 127,8 milioni di euro al fondo sanitario regionale. Soldi che verranno spostati per coprire le rate del mutuo sottoscritto negli anni scorsi con lo Stato per pagare i debiti del settore. Finora il mutuo era stato soddisfatto attingendo a fondi del bilancio, da quest’anno non sarà più così. La norma, molto controversa anche all’interno della maggioranza, è passata, dopo il voto nominale, con 49 favorevoli, 19 contrari e 4 astenuti. A raggiungere il numero sufficiente hanno contribuito anche alcuni deputati dell’opposizione. Contrario il Movimento cinque stelle. «Se salta questa norma, cade l’intera finanziaria», aveva messo in guardia il presidente Rosario Crocetta. Evidenziando l’impossibilità di recuperare nel bilancio i 127,8 milioni necessari.
Tra i più critici il presidente della commissione Sanità dell’Ars, Pippo Digiacomo, del Partito democratico, che ha definito il provvedimento «uno scippo ai danni della sanità», sottolineando che il rischio adesso è «aprire derive incontrollabili, significa bypassare la rinegoziazione col governo centrale della quota di compartecipazione alla spesa sanitaria per finanziare società fallite. È molto grave». Il governatore difende la norma. «Invece di fare pagare il mutuo a tutti i cittadini attraverso le addizionali Irpef – ha affermato Crocetta – poniamo la rata a carico del fondo sanitario, compartecipato da Regione e Stato e dunque liberiamo nel bilancio regionale 72 milioni di euro».
Ma lo stesso assessore all’Economia, Alessandro Baccei, ammette le difficoltà. «L’articolo ha la condivisione politica di Roma – ha spiegato – ma può avere qualche problema tecnico». Proprio per le incognite legate al taglio al fondo sanitario, Baccei ha sottolineato che in un’altra norma della finanziaria (comma 7 dell’articolo 5 ancora da approvare) è prevista la creazione di un fondo di garanzia per coprire le rate del mutuo sanitario, nel 2017 e nel 2018, nel caso in cui il sistema dovesse andare in disequilibrio.
L’esame della Finanziaria continua, da affrontare il nodo legato a Riscossione Sicilia, la società che riscuote le tasse per conto della Regione e che già nei giorni scorsi ha rischiato di chiudere, perché manca l’accordo sulla sua ricapitalizzazione.
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