I sindaci di Niscemi, Mazzarino, Gela e Leonforte hanno piazzato le tende sotto Palazzo d’Orleans, sede del governo regionale. Protestano per la nuova bozza di rete ospedaliera siciliana che la scorsa settimana è stata presentata dall’assessore alla Salute Baldo Gucciardi alle sigle sindacali. I primi cittadini hanno affiso uno striscione con la scritta «Giù le mani dagli ospedali» e hanno chiesto un incontro a Gucciardi e al presidente Rosario Crocetta. Temono, sulla base delle anticipazioni emerse sulla stampa, che gli ospedali di Niscemi, Gela e Mazzarino possano essere ridimensionati. Mentre è già sicuro che l’unico pronto soccorso sarà a Gela. I sindacati che hanno visto la bozza di piano, hanno stimato che in tutta la Sicilia ci sarà un taglio di 150 reparti.
Notizie a cui è seguita una valanga di critiche, soprattutto dalle opposizioni al governo Crocetta e dai sindaci dei territori che verrebbero penalizzati. Ma il presidente e il suo assessore oggi tornano a precisare: «L’ipotesi – fanno sapere con una nota congiunta – non è quella delle chiusure, ma di un rafforzamento dei presidi, con la specializzazione dei medesimi e la realizzazione di una rete che possa offrire, in un territorio, tutti i servizi diversificati e di alta qualità indispensabili alla salute dei cittadini – spiegano -. Smentiamo categoricamente che sia stato approvato da governo e assessorato un piano di dettaglio sulla rete ospedaliera. Le ipotesi tecniche, derivanti dall’applicazione semplicistica del decreto Balduzzi, non ci appassionano. Riteniamo che la sanità non si possa gestire con i soli tecnicismi, ma serve una nuova rete frutto del confronto con i manager, gli operatori sanitari, i sindaci, il parlamento, le organizzazioni sindacali e il ministero».
Crocetta e Gucciardi rivendicano di aver «impedito la chiusura di tanti piccole strutture» grazie all’idea degli ospedali riuniti. «I siciliani però – aggiungono – non hanno bisogno di una sanità di serie B, ma di eccellenza, ed è in questa logica che una Regione che si trovava al penultimo posto per i livelli essenziali di assistenza, ora è al nono posto. Uno sforzo che deve continuare».
Intanto, però, il presidente della commissione Salute all’Ars, Pippo Digiacomo, ha annunciato che convocherà la commissione nei prossimi giorni per «ascoltare l’autorevole parere di Agenas (l’Agenzia nazionale per i serizi sanitari regionali ndr) sulla questione relativa alla rete ospedaliera siciliana. La mia personale impressione – aggiunge – è che nella redazione di questa rete ci siano stati in Sicilia degli errori e strafalcioni gravi, e voglio sperare commessi in buona fede: questi sono interamente imputabili alla parte tecnica e vanno corretti subito giacché hanno buttato nella confusione in pratica tutta l’isola. Errori del genere – spiega il parlamentare – rischiano di indebolirci e farci fare una figura ridicola a Roma che in pratica dice: ma se lo proponete voi, da noi cosa volete?». Secondo Digiacomo «in altre regioni d’Italia, dove stanno operando le stesse scelte, – continua – mi risulta si stiano utilizzando parametri assolutamente diversi e meno penalizzanti». Da qui la richiesta di un confronto con l’Agenzia nazionale.
Tra i territori sul piede di guerra spicca Cefalù. Tuttavia oggi i sindacati hanno affermato di essere stati rassicurati dalle parole di Gucciardi. «Ha ribadito con perentorietà e chiarezza che l’ospedale Giglio non subirà alcun ridimensionamento – fanno sapere i gruppi territoriali della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil – e che sono state divulgate notizie prive di fondamento. Pertanto, le organizzazioni sindacali si ritengono soddisfatte ma nell’attesa dell’ufficialità del piano regionale terranno alto il livello d’attenzione».
Lo stesso assessore, insieme a Crocetta, ha invitato a «porre fine alle polemiche per avviare un confronto necessario che porterà a una razionalizzazione e condivisione delle scelte. Su questo tema martedì prossimo alle 11 è previsto un incontro con la coalizione; giovedì, sempre alle 11, con tutti i manager, che intanto stanno già lavorando a delle proposte».
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