Un sequestro da 100mila euro e due mesi di sospensione dal lavoro. Tanto è costato a due medici – uno dell’azienda ospedaliera Garibaldi, l’altro del Vittorio Emanuele di Catania – che esercitavano in studi privati da liberi professionisti e, allo stesso tempo, risultavano svolgere la professione in regime di esclusività per il servizio sanitario nazionale. Una differenza sostanziale per lo stipendio che i due ricevevano a fine mese. La Guardia di Finanza, su disposizione del giudice per le indagini preliminari, ha quindi fatto scattare il sequestro in un caso di 54mila euro, nel secondo di 36mila euro.
Ad entrambi è stato notificato il divieto di esercitare la professione sanitaria; devono rispondere del reati di truffa, aggravato dal fatto che il soggetto penalizzato è un ente pubblico e che sono venuti meno ai doveri inerenti a una pubblica funzione. I provvedimenti arrivano a seguito di un’indagine della Procura della Repubblica di Catania.
Le somme congelate nei conti correnti dei due medici corrispondono a quanto sottratto illecitamente, secondo gli inquirenti, al servizio sanitario nazionale. Le rispettive aziende ospedaliere hanno deciso di sospendere il rapporto di dipendenza con i protagonisti della vicenda per un periodo di due mesi.
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