Nella sanità siciliana, la parola d’ordine, ormai, sembra essere una sola: tagliare. Almeno a giudicare dal piano della nuova rete ospedaliera stilato dall’assessore regionale al ramo, Lucia Borsellino, e in questo momento al vaglio della Commissione Sanità dell’Ars che ha 15 giorni per valutarlo.
Tagli dicevamo, e pure belli pesanti. I reparti ospedalieri, infatti, sia pubblici che privati, subiscono una vera e propria ghigliottina. Alcuni esempi: letteralmente dimezzata la Chirurgia generale che dovrebbe passare dagli attuali 121 reparti ai 69 del 2015. I reparti di Cardiologia passano, secondo il piano assessoriale, da 66 a 46. Riduzione pure per la chirurgia pediatrica che da 7 reparti passerebbe a 5. E ancora: Ematologia da 18 a 13, idem per Geriatria.
Anche i reparti Day hospital verrebbero notevolmente ridimensionati passando dai 48 attuali ai 16 previsti. L’Ostetrica dagli attuali 65 scenderebbe a 59 reparti, la Pediatria da 52 a 45, Psichiatria da 44 a 30.
Una mannaia a 360 gradi che prevede, in tutto, 270 reparti in meno. Per l’assessore Borsellino, però, «non ci saranno tagli ai servizi per i cittadini- ha detto in una intervista rilasciata al -Gds- anzi al contrario l’assistenza migliorerà, saranno riqualificati i servizi e potenziati i reparti»
Una lettura che non convince Anaao Assomed Sicilia che parla di «rischio di livelli essenziali di assistenza nelle Aziende sanitarie siciliane».
Secondo l’Associazione Medici Dirigenti «l’assessore regionale alla Sanità, ha formalizzato e trasmesso il 24 ottobre alla VI Commissione legislativa Ars, il Piano di rimodulazione della Rete ospedaliera senza avere ascoltato le numerose richieste di convocazione inoltrate, dal mese di agosto, da Anaao AssomedSicilia alle istituzioni regionali.
In questa grave situazione, – sottolinea l’associazione dei medici- in assenza di una seria controparte politica, in stato di confusione per la girandola di governi regionali, diciamo ai dirigenti medici e sanitari di tenere alto il livello di attenzione e di prepararsi a significative manifestazioni a tutela della salute dei cittadini».
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