Sanità, il dirigente La Rocca sentito in Antimafia «Rete ospedaliera regge, terza ondata  non è arrivata»

«Esiste un Comitato tecnico scientifico nazionale, c’è una governance nazionale che è stata precisa e ha dato delle regole, siamo già alla terza ondata e molte delle cose che dovevamo sapere le abbiamo confrontate con loro». Mario La Rocca, direttore della Pianificazione strategica dell’assessorato regionale alla Salute, dopo l’audizione in commissione Sanità, ha risposto anche colpo su colpo alle domande dei membri della commissione regionale Antimafia presieduta da Claudio Fava.

Sul tavolo tanti temi. Al centro della discussione, oltre all’inchiesta sugli appalti che ha stravolto i vertici dell’Asp palermitana, fari puntati sull’emergenza Covid: dalla questione sui numeri comunicati sulla piattaforma dell’Istituto superiore di sanità all’effettiva operatività del Comitato tecnico scientifico regionale all’interno del sistema decisionale, tanto che non sarebbe stato interpellato al momento della dichiarazione della zona rossa su Palermo e provincia. Cts regionale che, si apprende da La Rocca, non avrebbe accesso diretto ai dati della pandemia: «Ovviamente se hanno bisogno di dati non abbiamo difficoltà a fornirli» spiega il dirigente, interpellato da Fava.

«Uno dei pareri più importanti espresso dal Cts – continua La Rocca – è quello che riguarda la rete dei posti ordinari e di terapia intensiva negli ospedali, che regge ancora ed è perfettamente in grado di reggere questa terza ondata. Che ancora da noi non è arrivata e forse non arriverà, a differenza del resto d’Italia dove sta già scemando». E La Rocca ha anche occasione di ribadire e approfondire quanto detto in commissione Sanità riguardo al valore dei numeri comunicati alla cittadinanza, fornendo uno spaccato del funzionamento della piattaforma dell’Iss. «I dati vengono validati e poi caricati in forma singola da parte di ogni struttura che assiste i pazienti – spiega – Vengono registrati dei record personali che riguardano ogni paziente: dalla data di inizio sintomi alla data di tampone, oltre che al decorso della malattia. Altro tema sono però i dati comunicati giornalmente dalla protezione civile, che usa sempre dati della piattaforma dell’Iss, ma disallineati» 

«Il dato che viene comunicato giornalmente è quello dei tamponi che vengono refertati quel giorno – continua La Rocca – Siamo convinti che quando in tivù ci dicono che ieri il tasso di positività si sia attestato al quattro per cento, allora su 100 tamponi quattro erano positivi. Niente di più sbagliato, perché i quattro positivi sono gli esiti dai tamponi che sono stati fatti nei giorni precedenti, mentre i cento tamponi messi nel rapporto sono quelli eseguiti quel giorno. C’è un grosso disallineamento tra la comunicazione che viene fatta giornalmente e i dati completi dell’Iss, che sono quelli su cui ci si basa per prendere le decisioni».

Un fenomeno che, tuttavia, sarebbe normale: «Il disallineamento e la ripetuta attività di correzione dei dati nel tempo sono fisiologici e risentono della modalità di caricamento dei dati: una segue il caricamento della storia clinica del paziente, l’altra è quella relativa ai numeri di tamponi effettuati». Fava ha anche chiesto informazioni sul perché l’Asp di Palermo avrebbe chiesto ai singoli Comuni il dato sui residenti positivi e sui deceduti. «Parlerò di questo con la dottoressa Faraone (dirigente dell’Asp palermitana ndr) – risponde La Rocca – Mi risulta che come dati Usca abbiamo un tracciamento del 94 per cento dei soggetti domiciliati di cui abbiamo cognizione, chiederò in quale ambito e in quale contesto questa richiesta sia stata fatta».

Gabriele Ruggieri

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