Sanità-Catania/ Nuova puntata del ‘serial’ Cantaro-Pellicanò: ci sarebbe un parere positivo per farli insediare

OVVIAMENTE, PER EVITARE MALIGNI RETRO-PENSIERI, IL GOVERNO REGIONALE DOVREBBE PUBBLICARE TUTTO, ANCHE IL QUESITO POSTO: PER FUGARE IL DUBBIO CHE UNA DOMANDA FORMULATA IN UN CERTO MODO POSSA AVERE ORIENTATO UN’EVENTUALE RISPOSTA…

Si ingarbuglia la vicenda amministrativa delle nomine ai vertici della sanità pubblica di Catania. Di scena, ancora una volta, sono Paolo Cantaro, nominato direttore generale al Policlinico universitario, e Angelo Pellicanò, designato – sempre in qualità di direttore generale – al vertice dell’Azienda ospedaliera ‘Cannizzaro’.

La storia è nota. Il Governo regionale di Rosario Crocetta li ha nominati già da tempo. Ma per motivi mai chiariti del tutto il presidente della Regione e l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino, non sono stati molto veloci nel far firmare i contratti ai nuovi direttori generali.

Il risultato è che, il 25 giugno, è entrato in vigore un Decreto legge (numero 90 di quest’anno), voluto dal Governo nazionale di Matteo Renzi, che, tra le altre cose, vieta espressamente il conferimento di incarichi ai dirigenti pensionati. Guarda caso – e scusate il gioco di parole – è il caso di Cantaro e Pellicanò, due bravi medici che hanno tutti i numeri per ricoprire i ruoli di direttori generali. Tutti tranne uno: sono entrambi, per l’appunto, già in pensione.

In realtà, il Decreto che vieterebbe a Cantaro e Pellicanò di insediarsi è entrato in vigore dopo che loro due sono stati nominati. Il problema è che, alle nomine, non hanno fatto seguito le firme dei rispettivi contratti. Questo perché il Governo regionale ha perso forse troppo tempo ritardando la firma dei già citati contratti.

Da qui un ‘caso’ giuridico-amministrativo piuttosto insolito: fa fede la data della nomina o il momento in cui si firma il contratto? Nel primo caso, potrebbero firmare i contratti e le loro nomine sarebbero legittime; nel secondo caso, non potrebbero firmare più i contratti e le loro eventuali nomine risulterebbero illegittime.

Qualche settimana fa si diceva che era già pronto un parere dell’Ufficio legislativo e legale della Regione siciliana. Cosa un po’ strana, perché non si tratterebbe di un organo ‘terzo’ rispetto all’Amministrazione regionale. Si diceva, addirittura, che tale ufficio avesse espresso parere positivo all’insediamento di Cantaro e Pellicanò. Ma il parere non si è mai materializzato.

Oggi vengono fuori altre indiscrezioni, stando alle quali sarebbero stati chiesti altri pareri: uno, addirittura, al Ministero della Salute. Vero? Falso? Purtroppo le voci, come al solito, sono sempre incontrollate. E così si attendono atti formali.

In attesa di questi atti formali, Cantaro rimane commissario straordinario al ‘Cannizzaro’, sempre di Catania; mentre Pellicanò rimane commissario, sempre straordinario, al ‘Garibaldi’, sempre nella Città Etnea. Il risultato di questo bizzarro gioco a incastro del quale il Governo regionale non riesce a venire a capo (o forse perché non vuole venirne a capo, come sussurrano i maligni?) è che tutta la sanità pubblica catanese rimane commissariata. E quindi nell’impossibilità di programmare alcunché.

Ovviamente, rimangono ‘appesi’ anche gli sponsor politici di Cantaro e Pellicanò: il primo sembra sia stato voluto da Antonello Cracolici, deputato regionale del PD e, soprattutto, da Anna Finocchiaro, parlamentare nazionale del PD non eletta in Sicilia, ma che, alla faccia del consenso elettorale, mantiene a Catania ancora un certo peso, soprattutto nel mondo della sanità. Pellicanò, invece, sembra essere stato voluto dal Sindaco della Città Etnea, Enzo Bianco, ovviamente anche lui del PD.

I maligni – categoria non esattamente dello spirito che in politica non manca mai, questa sì, di materializzarsi – sussurrano che tutta questa ‘bordelliata’ amministrativa sarebbe tenuta in piedi dal Governo regionale, che starebbe tenendo libere le poltrone della sanità catanese per barattarle durante la terza finanziaria in queste ore in discussione in Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars. Disegno di legge che, nella prossima settimana, dovrebbe approdare a Sala d’Ercole, sede dell’Assemblea regionale siciliana, per l’esame e, possibilmente, per l’approvazione.

A rendere non campata in aria questa tesi è il fatto che in Aula il Governo di Rosario Crocetta è un po’ a corto di voti, soprattutto dopo che mezzo gruppo parlamentare del PD avrebbe annunciato di non avere alcuna intenzione di appoggiare il Governo.

Così il presidente della Regione avrebbe aperto un po’ a tutte le forze politiche che all’Ars dovrebbero stare all’opposizione. E cosa ci potrebbe essere di meglio – sussurrano i soliti maligni, sempre loro! – se non l’offerta di poltrone nella sanità?

Ovviamente, si tratta di congetture che non dovrebbero interessare il Movimento 5 Stelle. Semmai, queste ‘offerte’ – là dove si dovessero materializzare – potrebbero interessare, per ‘affinità politico-elettive’, il Nuovo centrodestra democratico di Angelino Alfano e Forza Italia: tanto più che, nelle scorse settimane, di certo casualmente, il coordinatore degli azzurri in Sicilia, Vincenzo Gibiino, guarda caso catanese, si era detto pronto a confrontarsi con il Governo Crocetta. Ipotesi di ‘inciucio’ subito rientrata – o almeno così sembra – dopo che il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone, catanese pure lui, ha ribadito che Forza Italia resta un forza politica di opposizione.

Come finirà? Si racconta che autorevoli esponenti dell’Università catanese avrebbero affermato che dovrebbe materializzarsi un parere favorevole al conferimento degli incarichi a Cantaro e Pellicanò: cosa, questa, che sbloccherebbe tutta la matassa politico-sanitaria-amministrativa.

Ovviamente, tutti sono in attesa di leggere questo parere. Che, però, per evitare polemiche ed eventuali ricorsi, dovrebbe essere a prova di bomba. Da qualche tempo a questa parte, infatti, sembra aver preso piede una tecnica – da parte di chi chiede un parere – per incassare matematicamente una risposta positiva.

Il gioco è piuttosto semplice: basta formulare il quesito in modo tale da ottenere un parere favorevole. Facciamo un esempio semplice per i nostri lettori. Supponiamo che una varietà di mele crei piccoli problemi di digestione. Se si chiede agli esperti: conviene fare mangiare queste mele un po’ indigeste o sono meglio le mele digeribili? Ovviamente, gli esperti risponderanno: meglio far mangiare le mele digeribili.

Ma se la formulazione della domanda è un’altra, per esempio la seguente: queste persone si trovano in un’isola deserta e hanno a disposizione solo queste mele per resistere sette giorni prima che li salvino : che debbono fare? E’ bene che li mangino, rischiando un po’ di pesantezza di stomaco, restando vive, o è meglio che si lascino morire di fame? Ovviamente gli esperti risponderebbero: che mangino le mele anche se un po’ indigeste, l’importante è che non muoiano di fame!

La stessa cosa avviene con la richiesta di pareri amministrativi: a seconda di come vengono formulati i quesiti, si possono orientare le risposte.

Che fare, allora, per fugare tutti i dubbi? Semplice: la dove si dovesse materializzare il parere positivo per l’insediamento di Cantaro e Pellicanò, il governatore Crocetta, sempre in prima fila per la legalità, e l’assessore Lucia Borsellino, anche per il cognome che porta, rendano pubblico non soltanto il parere, ma anche il quesito che è stato posto a chi ha eventualmente espresso il parere.

Così, a questo punto, tutto sarebbe chiaro e nessuno potrebbe dubitare più di nulla, tappando la bocca a questi fastidiosi maligni portatori di inutili retro-pensieri…

 

Giulio Ambrosetti

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