Sanità, aperta la caccia ai furbetti del ticket Caos normativo, a pagare sono gli esenti

La caccia ai furbetti dei ticket nella sanità è sempre aperta. Non conosce soste. La lotta agli sprechi diventa obiettivamente fondamentale per risanare le finanze disastrate della Regione siciliana. Un italiano su 10 ha un’esenzione falsa o irregolare, l’evasione fiscale nella sanità è stimata in due miliardi di euro di danni. Ci sono, infatti, regioni dove gli esenti consumano intorno al 60 per cento delle prestazioni, come Lombardia, Veneto, Friuli, Liguria, Emilia, Toscana, Umbria. E altre, al sud, che viaggiano non molto sotto o addirittura oltre l’80 per cento: Campania, Sicilia e Calabria. Non ci sono ragioni che giustifichino una tale differenza. Qualche tempo fa l’Asp di Palermo ha annunciato trionfalmente che erano stati avviati dei controlli incrociati con l’Agenzia delle Entrate, dopo che nel 2012 le persone beneficiarie dell’esenzione ticket per reddito erano state 418.841. Sono partite, quindi, lettere con 17.730 «inviti» mandati e 1.573 persone che hanno pagato per un totale di 139.195,40 euro con bonifico bancario e nelle casse ticket dell’Azienda sanitaria.

Fin qui nulla da eccepire, anzi. Il punto è che, all’interno di queste azioni mirate di recupero, si inseriscono complicazioni, più o meno involontarie, e beffe per gli esenti reali, che scontano lo zelo opportuno, ma indiscriminato dell’azienda sanitaria. È il caso, tra questi, del Distretto sanitario 33 di Cefalù, dove da tempo Federconsumatori sta provando a farsi ascoltare e a fare chiarezza sulle vicenda degli esenti da ticket. L’associazione di categoria prendendo, ad esempio, il caso della Regione Lazio ha eccepito alcune delle criticità che, in dettaglio, potrebbero verificarsi anche in Sicilia. «Non è stato predisposto un servizio di call center adeguato – spiegano da Federconsumatori -. Infatti, è assolutamente impossibile chiamare il numero dedicato che risulta sempre essere irraggiungibile. Un’operazione di questa portata avrebbe richiesto maggiori risorse umane dedicate a far fronte alle numerosissime e legittime richieste di chiarimento». Inoltre, denunciano dall’associazione, le lettere non riportano «chiare indicazioni in merito alle prestazioni sanitarie e ai farmaci per i quali non si sarebbe pagato il relativo ticket. Non esistono argomentazioni di tutela della privacy che possano giustificare queste carenze informative. Infatti le lettere inviate sono delle raccomandate recapitate al diretto interessato e, quindi, potevano essere inserite tranquillamente tutte le notizie necessarie». Infine, la mancata predisposizione di una procedura di rateizzazione. «Non è possibile escludere aprioristicamente la possibilità di rateizzazione in tempi di crisi e difficoltà economiche come quelli che stiamo vivendo. Si è deciso di agire solo dopo 7 anni». 

Fin qui solo la parte degli avvisi. Il vero problema, invece, riguarda chi, avendo diritto all’esenzione, viene fatto oggetto della richiesta di rimborso da parte dell’Asp. In alcuni casi il problema è nato dai centri di assistenza fiscale che hanno allegato la dichiarazione Isee, in altri gli uffici del distretto sanitario hanno valutato autonomamente imputando agli utenti cifre che, rimanendo vigente il principio dell’esenzione del reddito, non avrebbero dovuto chiedere. Quel che è certo che, dopo le incongruenze denunciate con un esposto in passato dalla stessa Federconsumatori, la stessa Asp aveva fatto un passo indietro, anche se fino agli ultimi giorni del mese di ottobre a Castelbuono e Petralia, presso gli uffici dell’azienda sanitaria, si procedeva con il vecchio metodo che penalizzava i meno abbienti per fascia di reddito, titolari del diritto di esenzione. A chi toccherà adesso fare chiarezza con la norma e la sua applicazione? Quanti sono i varchi attraverso cui si sono infilati i furbetti e quanti quelli chiusi, invece, a chi avrebbe avuto diritto a mantenere lo status della posizione di esenzione ed il relativo beneficio? Speriamo che quanto prima si possa fare chiarezza e che a pagare non debba essere il giusto per il peccatore.

Giuseppe Bianca

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