Sanità a Ragusa, un commissario per il mega appalto Anomalie e assunzioni, Asp rischia di pagare due volte

L’appalto per le pulizie negli ospedali dell’Asp di Ragusa e in tutti gli uffici amministrativi sta per concludersi. Cinque anni, dal giugno del 2014 al giugno del 2019, per un valore di 32 milioni di euro. Eppure, proprio nel momento in cui si entra negli ultimi 12 mesi, prende corpo l’ipotesi che quella gara possa essere riscritta, perché aggiudicata in maniera anomala. E che quindi l’Azienda ospedaliera debba pagare due volte, con i soldi dei contribuenti: la società che finora ha svolto il servizio, la Euro & Promos, e il Raggruppamento temporaneo d’imprese guidato dalla ditta Poliservice, che ha presentato ricorso, oltre che una denuncia penale alla Procura di Ragusa, evidenziando numerose anomalie, tra cui alcune assunzioni di parenti o soci di esponenti di rilievo della sanità ragusana. 

L’ultimo tassello in questa complessa vicenda arriva, ancora una volta, dalle aule di giustizia: lo scorso 19 luglio il Consiglio di giustizia amministrativa siciliano ha emesso una sentenza sfavorevole all’Asp, accogliendo in parte le istanze delle imprese ricorrenti e affidando una nuova valutazione sull’esito della gara a un commissario ad acta, individuato nel presidente della sezione provinciale dell’Urega (l’ufficio regionale grandi appalti) di Palermo.

È l’ennesimo colpo di scena di una storia che inizia nel 2014, quando il Rti guidato dalla catanese Poliservice e formato dalla nissena Pfe (che gestisce numerosi appalti nella sanità siciliana), la Oscar Brill e la ditta etnea Diversi servizi integrati presenta un ricorso per rivedere il punteggio assegnato dalla commissione nominata dall’Asp. Il Tar riscrive la graduatoria, e il raggruppamento passa dal terzo al secondo posto, posizione necessaria per presentare un nuovo ricorso, stavolta che punti a valutare la congruità dell’offerta economica presentata dalla vincente Euro & Promos

Poliservice è infatti convinta che il ribasso proposto dai contendenti sia anomalo. E per sostanziare le accuse evidenzia una serie di criticità, tra cui il costo del personale, «che si discosta – si legge nel ricorso – in maniera evidente da quello previsto dalla tabella Fise (la tabella ministeriale di riferimento ma non vincolante ndr)». Sempre a proposito del personale, la Euro & Promos prevede un tasso di assenteismo tre volte inferiore sempre rispetto a quello della tabella Fise. La ditta vincitrice ha anche aggiunto di avere diritto all’esenzione dei contributi previsti dalla legge 407/1990, per i disoccupati da almeno 24 mesi, ma – obietta Poliservice – la legge Fornero stabilisce che il cambio di appalto non può essere equiparato alla disoccupazione e, in ogni caso, l’esenzione si può applicare per un massimo di tre anni e non per tutti i cinque dell’appalto, come indicato da Euro & Promos. Un lungo elenco di sottostime, insomma, che sarebbero state utili a incidere sugli equilibri economici dell’offerta.

In un primo momento il Tar boccia questo ricorso che, invece, in sede di Cga viene accolto. I giudici amministrativi nella prima sentenza invitano quindi l’Asp a effettuare nuovi controlli sull’aggiudicazione. L’azienda ospedaliera, però, richiama la stessa commissione di gara ad approfondire il caso e la conclusione non cambia: viene confermata l’aggiudicazione dell’appalto a Euro & Promos. Scatta quindi un altro ricorso sia al Tar che al Cga. Ed è proprio quest’ultimo, il 19 luglio, a pronunciarsi nuovamente e in maniera più netta. «Non c’è garanzia – scrive il Cga – che i punti nevralgici della verifica di anomalia siano stati sottoposti alla necessaria rigorosa analisi», perché «la commissione nel nuovo esame dell’offerta ha condotto le proprie valutazioni inspiegabilmente sempre sul postulato che l’utile della Euro & Promos fosse rimasto quello iniziale di 648mila euro», mentre, dovendo presentare una serie di giustificazioni, l’azienda ha ammesso che l’utile derivante dall’appalto di 32 milioni si aggira solo sui 60mila euro. Sarà adesso il commissario ad acta a valutare nuovamente l’aggiudicazione. 

Nel frattempo, parallelamente vanno avanti le indagini della Guardia di finanza che nel novembre del 2017 ha effettuato un blitz negli uffici dell’Asp per sequestrare documenti. Qualche mese prima alla Procura iblea è stato presentato un esposto che, oltre a ripercorrere le presunte anomalie dell’aggiudicazione, denuncia il possibile mancato rispetto degli adempimenti e delle promesse della Euro & Promos: meno personale impiegato per le pulizie; macchinari insufficienti rispetto a quanto descritto nel progetto tecnico; mancanza di terminali per quantificare il tempo trascorso dal personale della ditta nei luoghi di lavoro; mancanza di fornitura al personale dei dispositivi di protezione individuale a cui potrebbero essere legati due infortuni sul lavoro; l’omessa attuazione delle proposte migliorative (asciugamani elettrici, totem informativi); la non assunzione di 27 soggetti svantaggiati; la irregolare raccolta dei rifiuti sanitari ospedalieri. 

La stessa Asp effettua una verifica il 13 novembre del 2014 e accerta l’assenza di numerosi macchinari (all’Ospedale Civile, ad esempio, a fronte di 15 macchine lavavetri spallabili, non ne è stata trovata neanche una; o a fronte di dieci monospazzole per pavimento, ce n’era soltanto una). Accuse a cui Euro & Promos si difende, addossando la responsabilità all’Asp per non aver messo a disposizione i luoghi per il deposito dei macchinari. Intanto le mancanze finiscono per peggiorare la qualità dei servizi negli ospedali ragusani. 

C’è poi la questione probabilmente più delicata, quella di alcune assunzioni controverse da parte della ditta che si è aggiudicata l’appalto. Tra cui quella di Angelo Ombrini, socio dell’onorevole ragusano Giuseppe Digiacomo, allora presidente della commissione Sanità, insieme nella società Motorama di Ombrini A&C snc. Circostanze su cui la Guardia di finanza sta provando a fare luce. La Procura infatti ha chiesto una proroga delle indagini. 

Salvo Catalano

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