Sanatoria, una farsa lunga 10 anni

A proposito del dibattito sulla sanatoria edilizia lungo le coste della Sicilia – provvedimento che alcuni parlamentari cercano di fare approvare dal Parlamento dell’Isola – risulta interessante un comunicato stampa redatto dalla Consulta regionale degli Ordini degli ingegneri, dei geologi e degli architetti della Sicilia. E’ un testo che proponiamo volentieri ai nostri lettori.

“Vi sono dei progetti che la politica siciliana non abbandona mai – si legge nel comunicato -.. Nel 2002 si chiamava “Disegno di “legge di riordino della costa”, era firmato Cuffaro-Pellegrino e portava il numero 317. Ritirato in tutta fretta di fronte alla rinnovata sensibilità ambientalista siciliana, è rimasto nel limbo per sei anni. Ricompare come “riordino e riqualificazione della costa siciliana” e porta adesso la firma dei deputati Paolo Ruggirello e Francesco Musotto, che la IV Commissione Ars (Ambiente e Territorio) vara favorevolmente, approfittando, secondo la stampa, dell’assenza di una parte degli onorevoli componenti”.

“Davanti allo sdegno di tutte le parti sociali e di una parte delle forze politiche – leggiamo ancira nel comunicato – appena quattro giorni dopo uno dei due proponenti, l’on. Musotto, ritirava pubblicamente la propria firma dal disegno di legge, affermando testualmente che questo atto è ‘un invito alla riflessione comune, alla partecipazione corale alla stesura del testo, senza personalismi’. Ma passa appena un mese e il 9 novembre la IV Commissione, con il voto contrario di tre deputati e l’astensione di un quarto, sigla ufficialmente il testo di legge per il ‘riordino e la riqualificazione delle coste siciliane’, che viene trasmesso all’Assemblea, con buona pace della riflessione comune e partecipazione corale”.

“Una delle più assurde incongruenze sollevate subito dai professionisti al testo del DDL – leggiamo sempre nel comunicato – è un classico colpo di mano della peggior specie: la proposta dichiarata dal DDL è quella di deroga (già grave) al divieto di edificabilità nella fascia dei 150 metri dalla battigia del mare. Il testo introduce invece subdolamente anche dei commi che non c’entrano nulla: quelli relativi alla battigia dei laghi e al limite dei boschi, delle fasce forestali e dai confini dei parchi archeologici! I professionisti lo hanno fatto rilevare subito ma il testo definitivo li mantiene”.

“È evidente – si legge sempre nel comunicato degli ingegneri, dei geoligi e degli architetti dell Sicilia – che il ‘recupero e valorizzazione della costa siciliana’ passa dalla sanatoria di costruzioni che ricadono anche in queste fasce di rispetto che nulla hanno a che fare con la costa! Incredibile ma vero”. Così, grazie a questo comunicato stilato da chi, per lavoro, si occupa di tali questioni, scopriamo che quello portato avanti da Musotto, da Ruggirello e dal governo regionale che, sotto banco, appoggia questa schifezza di di segno di legge, è un tenttivo di massacrare quello che resta delle coste della Sicilia.

Si legge ancora nel comunicato di ingegneri, geologi e architetti dell’Isola: “I professionisti siciliani, in sintesi, ritengono che le dichiarate motivazioni di questo disegno di legge siano un semplice paravento al desiderio di sanare l’insanabile. E che questa è l’unica, antica logica del provvedimento! Rimane la fondamentale constatazione, invece, che la costa siciliana è in molte parti sottoposta a fenomeni di erosione dovuti non solo alle infrastrutture sulla terraferma e in mare, ma anche a ciò che avviene a grandi e medie distanze come l’alterazione dei corpi idrici e delle aree di impluvio (cementificazione, alterazione della stabilità dei pendii, incendi). E questo anche prescindendo anche dall’aspetto ambientale e paesaggistico”.

“Il pericolo per le nostre coste – leggiamo sempre nel comunicato – non sempre viene dal mare, e dunque troviamo indispensabile un’estensione ragionevole della fascia di inedificabilità assoluta ad almeno 300 metri (ben più prudente dei mille metri previsti in Sardegna con ottimi risultati) e soprattutto l’esclusione di qualsiasi nuova costruzione o ampliamento volumetrico in questa fascia”.

“L’aspetto del condono delle opere abusive – si legge sempre nel comunicato – non è solo quello (concettualmente sconvolgente della indiscriminata sanatoria entro la fascia dei 150 metri) quanto lo scandalo di centinaia di migliaia di richieste di condono, ben lontane dal mare e ancora inevase dopo 25 anni!”.

“E’ necessario che la nuova legge urbanistica regionale – sottolineano gli ingegneri, i geologi e gli architetti della Sicilia – utilizzando le prerogative statutarie della Regione siciliana, rappresenti un Testo Unico in materia di gestione intergrata del territorio, rendendo efficaci e compatibili la pianificazione urbanistica con la pianificazione paesistica, con il riordino del settore idrogeologico e interagente con il piano per il riordino delle coste, che deve dunque essere un progetto organico e non un colpevole colpo di spugna”.

 

Redazione

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