Sanatoria per la formazione professionale siciliana Nel ddl sull’esercizio provvisorio in discussione all’Ars

Una sanatoria per tutti gli enti che operano nella formazione professionale siciliana che sono stati oggetto di revoca dell’accreditamento. Lo prevede un emendamento al disegno di legge sull’esercizio provvisorio che Sala d’Ercole dovrebbe iniziare a discutere dopodomani. L’emendamento in questione sarebbe già stato approvato dalla commissione legislativa di merito dell’Assemblea regionale siciliana (Cultura e Lavoro). Ma non avrebbe trovato apprezzamento da parte della commissione Bilancio e Finanze.

E mentre ci si interroga su questo emendamento – verrà comunque presentato in Aula? E la presidenza dell’Ars che farà? Lo giudicherà ammissibile? – rischia di scoppiare un altro caso: quello dell’Ecap di Agrigento, al quale l’amministrazione regionale potrebbe riservare un trattamento diverso rispetto ad altri enti ai quali è stato revocato l’accreditamento. Ma andiamo con ordine.

Tanto per cominciare, ricordiamo che l’accreditamento è l’atto amministrativo necessario per poter gestire i corsi di formazione professionale. Se ad un ente o a una società del settore viene revocato l’accreditamento, addio ai corsi. Oggi non sono pochi i soggetti ai quali il dipartimento regionale della Formazione ha revocato l’accreditamento per irregolarità varie. Va da sé che se l’emendamento sulla sanatoria generalizzata dovesse essere approvato, tutti gli enti e tutte le società per ora fuori per problemi amministrativi rientrerebbero in gioco. Quanto meno per quest’anno potrebbero tornare a gestire i corsi. Riassumendo il personale che è stato licenziato.

Il riferimento ai problemi amministrativi è importante. Perché, in realtà, l’emendamento dovrebbe distinguere gli enti e le società non più accreditati per motivi amministrativi dagli enti e dalle società che sono nei guai per problemi penali. In questo secondo caso dubitiamo, e molto, che l’Ars possa intervenire con una legge. Diverso è il caso di quei soggetti che operano in questo settore finiti fuori gioco per questioni, come già accennato, amministrative. Per questi l’Ars interverrebbe con la sanatoria, in attesa del giudizio definitivo da parte della magistratura amministrativa.

Ovviamente, l’argomento è comunque molto scivoloso, perché ci sono enti nei guai per aver intrattenuto rapporti con altri entri finiti nel mirino dei pubblici ministeri. E lì il discorso si complica. Insomma, su questa sanatoria c’è da essere un po’ pessimisti. Non conosciamo, sotto questo profilo, i problemi dell’Ecap di Agrigento. Sappiamo che il dipartimento regionale alla Formazione gli ha revocato l’accreditamento. E che l’ente si è rivolto al Tar, il Tribunale amministrativo regionale, ottenendo la sospensiva del provvedimento. I giudici amministrativi non sono entrati nel merito della vicenda. Si sono limitati a sottolineare un’irregolarità nella comunicazione da parte degli uffici regionali.

Il dipartimento della Formazione ha riformulato la revoca dell’accreditamento e, nel rispetto della procedura, ha invitato l’Ecap di Agrigento a controdedurre. Sulla vicenda è intervenuto il parlamentare regionale del Partito democratico Giovanni Panepinto, eletto nel collegio di Agrigento, secondo il quale il Tar Sicilia avrebbe sottolineato «la mancanza di irregolarità» che invece sono state rilevate dagli uffici del dipartimento regionale della Formazione. E’ evidente che l’onorevole Panepinto ne sa più di noi. Per quello che ci è dato conoscere di questa storia, i giudici amministrativi, come già accennato, non sono entrati nel merito di queste vicenda.

Perché, allora, negli ambienti della Formazione siciliana, si parla di un possibile caso Ecap di Agrigento? Perché un caso simile è accaduto allo Ial, altro ente formativo storico come l’Ecap (il primo faceva capo alla Cisl, l’Ecap alla Cgil). Anche nel caso dello Ial, i giudici amministrativi hanno sospeso il provvedimento di revoca dell’accreditamento. Ma gli uffici del dipartimento regionale della Formazione hanno riformulato la sospensione. Con il risultato che lo Ial è fuori.

La stessa cosa il dipartimento l’ha fatta, come già ricordato, con l’Ecap di Agrigento: ha riformulato la revoca dell’accreditamento in attesa che l’ente controdeduca. Siamo così arrivati al punto dolente. Vero è che i casi possono essere diversi. Ma se, adesso, l’Ecap di Agrigento dovesse essere riammesso, i vertici dello Ial Sicilia – visto che i casi sono analoghi – avrebbero il diritto di pensare che il dipartimento potrebbe utilizzare due pesi e due misure. Tesi rafforzata dal fatto che l’assessore regionale alla Formazione professionale, Mariella Lo Bello, è agrigentina.

Fermo restando che tutta questa polemica potrebbe non avere più motivo di esistere per almeno due motivi. Il primo l’abbiamo già illustrato: la possibile sanatoria. Il secondo potrebbe risiedere nella scomparsa dei fondi per finanziare la terza annualità dell’Avviso 20, bando che dovrebbe chiudere il triennio formativo. Questa terza annualità, è noto, è finanziata con le risorse del Piano Giovani. Ma il Piano Giovani sta dentro i fondi Pac, ovvero il miliardo e 200 milioni di euro che Roma ha tolto alla Sicilia. Negli uffici del dipartimento sono convinti che il governo di Matteo Renzi restituirà almeno una parte dei 250 milioni di euro del Piano Giovani. Ma c’è chi dice che questa è solo una speranza che verrà smentita dai fatti.      

Giulio Ambrosetti

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