Comincia con questa intervista al capogruppo del Pd allArs, Antonello Cracolici, un viaggio tra i capigruppo parlamentari di Sala dErcole per chiedere il loro giudizio e le loro proposte sulla situazione politica ed economica dellIsola.
La situazione debitoria della Regione ammonta a circa 5 miliardi di euro circa; vi è un depauperamento della struttura produttiva; la Regione eroga salari alle mille figure del precariato che impegnano notevoli risorse economiche: quali scelte economiche bisogna mettere in campo?
In premessa bisogna sottolineare che non considero disastrosa, anche se va costantemente tenuta sotto controllo, la situazione debitoria della Regione. Siamo in presenza di un debito che è pari al 20 per cento, circa della spesa complessiva: poca cosa se si guarda, ad esempio, alla percentuale di indebitamento dello Stato. Il vero nodo non è il debito, ma la costante diminuzione di trasferimenti di risorse dallo Stato verso la Regione. La vicenda dell’erogazione dei Fas (Fondi per le aree sottoutilizzate) ne è un esempio. Ad oggi non solo non sono stati erogati, ma vengono diminuiti costantemente nel loro volume complessivo. Insomma, siamo in una condizione nella quale abbiamo autonomia dei costi senza avere una reale autonomia delle entrate
Che cosa dovremmo rinegoziare dei patti che la Sicilia ha siglato con lo Stato del ’46?
Bisogna garantire alla Regione un maggiore introito sulle accise, a cominciare da quelle sulla raffinazione del petrolio.
La Regione siciliana viene spesso indicata come il luogo dello spreco (è un argomento principe della Lega Nord), soprattutto per la spesa del personale. Come vede tale questione?
Da quando siamo entrati in maggioranza abbiamo lavorato per contenere le spese per il personale della Regione. Va detto, però, senza ipocrisie che in una situazione economica così difficile e con una struttura produttiva debole come quella che c´è in Sicilia, la Regione si fa carico di dare opportunità di lavoro – e di vita – a decine di migliaia di persone. Mi rendo conto che gestire questo tipo di complessità è difficile, ma governare significa assumersi responsabilità.
E servito e, soprattutto, funziona questo accordo tra moderati e progressisti?
Credo che la storia della nostra Regione dimostri che i governi che fin qui si sono succeduti, con qualche lodevole eccezione, non hanno mai avuto un approccio riformistico ai problemi e ancora meno alle soluzioni. Chiunque arrivava pensava ad aggiungere qualcosa a quello che già c´era… Credo, al contrario, che questo governo abbia avuto il coraggio di mettere mano alle riforme e, pur se tra molte difficoltà, sono convinto che il bilancio sia positivo. Mi piace ricordare che il nostro obiettivo politico era quello di rompere il centrodestra. Cosa, questa, che in Sicilia era ancora più urgente che a livello nazionale. Il dibattito nazionale dimostra che questo tema era ed è essenziale. Fatemi dire con una battuta: missione compiuta! Probabilmente ci vorrà qualche tempo perché il peso di questa operazione sia apprezzato fino in fondo come merita: oggi, probabilmente, siamo ancora troppo dentro perché sia chiara a tutti l´importanza di ciò che stiamo facendo.
Sta dicendo che occorre un po di tempo prima che certi passaggi politici vengano metabolizzati?
In certi casi è così, a distanza di tempo le cose appaiono più nitide. A questo aggiungo che, quando si concluderà questa esperienza, il Pd in particolare e il centrosinistra in generale potranno presentarsi ai siciliani con le giuste credenziali per governare questa Regione. Posso dire che non mi pare un risultato di poco conto.
A proposito di profilo riformista, gira voce che nella legge finanziaria verrà presentata una norma sulla sanatoria edilizia delle coste. Qual è la vostra posizione su questo tema?
Il Pd è contrario a qualunque tipo di sanatoria, figuriamoci a un condono per gli abusi sulle nostre coste!.
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