Sanatoria edilizia: si attendono le mosse dell’accoppiata Leoluca Orlando-Rosario Crocetta…

IN QUESTE ORE E’ IN CORSO UN GIOCO DELLE PARTI TRA IL PRESIDENTE DELL’ANCI E SINDACO DI PALERMO, E IL GOVERNATORE DELL’ISOLA. E’ IL MOMENTO DI RESTARE VIGILI. LE PRECISAZIONI DEL VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL CAPOLUOGO DELL’ISOLA, NADIA SPALLIOTTA

Sul maldestro tentativo di ‘pilotare’ a Palermo una pesante sanatoria edilizia – tentativo portato avanti da un frettoloso ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Palermo – alla fine sta passando la linea della vice presidente del Consiglio comunale, Nadia Spallitta. Questo perché, ieri, il Sindaco di Palermo e neo presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando, ha scaricato la patata bollente alla Regione

“Le dichiarazioni del Sindaco di Palermo e Presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando – scrive infatti Nadia Spallitta – evidenziano la necessità di un approfondimento della materia relativa alla sanatoria di abusi edilizi in aree sottoposte a vincolo e confermano l’inopportunità di approvare un ordine del giorno, in modo così frettoloso e senza un dibattito d’aula come avvenuto ieri in Consiglio comunale a Palermo”.

Insomma, in questa storia poco commendevole vano stigmatizzati l’ordine del giorno presentato dalla Commissione Urbanistica del Comune – che dovrebbe occuparsi di tutela del territorio e non di organizzare sanatorie edilizie senza capo né coda – e un Consiglio comunale troppo spesso attento a operazioni che definire temerarie è poco.

 

“L’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale – sottolinea sempre Nadia Spallitta – invita l’Amministrazione a prendere atto di un parere del Cga reso nel 2012 e quindi a dargli seguito, valutando la possibilità di riaprire, addirittura, le istanze di sanatoria già definite. Condivido, quindi, la posizione del Presidente dell’Anci Sicilia che demanda alla Regione la valutazione del comportamento corretto da tenere, anche se ritengo che, in Sicilia, non possa che operare in materia di condono edilizio, la legge nazionale, come del resto affermato più volte dalla Corte Costituzionale e dalla Cassazione penale”.

“Auspico – prosegue – che il Governo regionale, nel risolvere la questione, in una terra gravemente compromessa dagli abusi edilizi, assuma una posizione di maggiore salvaguardia del nostro territorio e si adegui alla disciplina statale, che esclude la sanabilità di costruzioni in aree sottoposte a vincoli, indipendentemente dalla possibilità di acquisire di pareri”.

“In altri termini, in tutta Italia, pur in presenza di pareri favorevoli degli organi preposti, non è possibile costruire in aree vincolate, né sanare le opere realizzate. Inoltre, questi comportamenti possono implicare anche l’avvio di procedimenti penali”.

“Il rischio possibile, che lo stesso Cga ha comunque confermato – conclude la vice presidente del Consiglio comunale – è che le Amministrazioni sanino e il giudice penale, tenuto all’osservanza della legge nazionale, condanni alla demolizione dell’opera ritenuta abusiva”.

A noi comunque questa storia continua a non convincere. E il fatto che ci sia di mezzo il Governo regionale di Rosario Crocetta deve fare preoccupare chi, in Sicilia, ha a cuore le sorti del territorio della Sicilia.

Quello di Crocetta, per la cronaca, è il Governo che, oltre ad aver portato la Sicilia allo sfascio – come testimonia la legge Finanziaria regionale con i ‘buchi’ che rischia di gettare in mezzo alla strada migliaia di famiglie siciliane – ha valutato ‘positivamente’ il Muos di Niscemi (“strumento di pace”!), non ha ancora ripubblicizzato il servizio idrico e ha proposto, sempre nella Finanziaria, una sanatoria edilizia, per fortuna intercettata e bloccata dall’Ars.

Proprio il Governo Crocetta è il soggetto che ha chiesto il ‘parere’ su un pronunciamento del Cga che, ricordiamolo, riguarda un terrazzo di un’abitazione di Milazzo. Un caso singolo, di una singola abitazione che diventa – grazie a questo Governo regionale – un ‘caso’ da discutere in tutta la Sicilia.

Già solo questo ci deve fare riflettere.   

Redazione

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