Invitata da Radio Zammù a parlare del capodanno catanese, l’assessore alla Cultura Silvana Grasso si presenta in aula 24 tra disperazione e sdegno. Preferirebbe parlare di altro. Chiede aiuto alla nostra redazione affinché «uno scempio» venga fermato immediatamente. Quasi una supplica la sua richiesta di intervento, per far sentire la propria voce e per farla giungere a quanti più studenti possibili.
Dopo aver concluso il suo intervento radiofonico, l’assessore Grasso ci spiega l’accaduto: «Sta succedendo una tragedia dettata dall’ignoranza e dall’ottusità che vuole chiudere al godimento del mondo la Chiesa di S. Nicolò l’Arena per due anni».
Dal momento che il nostro giornale si è interessato parecchio della chiesa di S. Nicolò l’Arena, e nella fattispecie del restauro dell’organo di Donato del Piano, le chiediamo il perché di tale decisone. «Alcuni tecnici – ci spiega – hanno fatto una conferenza di servizio a seguito della quale, nell’indifferenza e nell’ignoranza più totale, la Protezione Civile ha deciso di chiudere S. Nicolò l’Arena».
Nell’opera di “slucchettamento” l’Assessore Grasso non poteva mancare. Un’altra campagna, dopo quella sul Castello Ursino, che la trova protagonista: «È fondamentale un intervento preventivo che impedisca di apporre il lucchetto. Niente ergastoli alla bellezza della città».
La lunga tirade non finisce qui. Anzi, indignata al massimo, Silvana Grasso continua a denunciare l’accaduto: «Quando mai si è detto che per restauri all’esterno al Duomo di Milano chiudono, quando mai si è detto che S. Marco chiude per lavori esterni? Quando mai si è detto che delle famiglie di un condominio vengono sfollate per lavori alla facciata»?
Alla nostra domanda sulle modalità di intervento per impedire tale azione, ci risponde con fermezza che si possono anche detestare i politici locali, ma quando ci sono in ballo questioni come questa non si può restare indifferenti: «Impediremo lo scempio se facciamo gruppo di opinione. Lo sapete che oltre alla chiusura verranno staccate dalle pareti delle tele che, una volta toccate, si sbricioleranno? Per metterle dove, poi? In sagrestia dove verranno rovinate dall’umidità! Ci vogliono levare l’organo di Donato del Piano per due anni, dopo averlo restaurato».
L’Assessore, dunque, è sul piede di guerra. «Per dire ‘no’ all’ennesimo scempio fatto alla cultura e al turismo, per dire ‘no’ alla superficialità con cui si decide in una riunione di un’ora di “tagliare la gola” al più grande complesso monastico di tutta la Sicilia, vanto del mondo ma non evidentemente della città di Catania». Vi terremo informati, nei prossimi giorni, sulla vicenda.
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