Case a un euro. Nel Comune di San Michele di Ganzaria l’idea dell’amministrazione è quella di (quasi) regalare delle strutture abbandonate o fatiscenti nella speranza di ripopolare e fare rivivere il centro cittadino in provincia di Catania che, al momento, conta circa 3400 abitanti. «Il paese continua a spopolarsi e molti giovani che vanno via non tornano più perché – ammette a MeridioNews il sindaco Gianluca Petta – non ci sono prospettive eccellenti. Questa non è la soluzione a tutti i mali ma, almeno, è un punto di partenza».
Nel centro urbano del Comune, che si trova tra Caltagirone e Piazza Armerina, ci sono molte case di proprietà di privati «alcune delle quali in condizioni di assoluto degrado – si legge nel regolamento – che, privi di risorse economiche e non interessati a investire su questa risorsa, hanno manifestato la volontà di disfarsene, anche a prezzo simbolico, soprattutto a causa del peso fiscale che oggi grava su queste proprietà». Tra le finalità dell’amministrazione comunale c’è, inoltre, anche quella di «eliminare dei possibili rischi per la pubblica incolumità derivanti dal pericolo di crollo di alcune abitazioni fatiscenti».
All’acquirente divenuto proprietario, infatti, spetta il compito di presentare un progetto di ristrutturazione e completare i lavori entro tre anni dall’entrata in possesso dell’immobile. Alla base dell’iniziativa non solo la questione abitativa ma anche la possibilità di farne negozi o botteghe di artigiani. Il regolamento, però, ha dei punti che non convincono i consiglieri dell’opposizione appartenenti al gruppo Impegno Comune che hanno espresso il loro voto contrario all’iniziativa.
La parte che non è andata giù all’opposizione riguarda, in particolare, l’aspetto del regolamento che prevede che «il Comune di San Michele di Ganzaria si riserva di valutare l’opportunità di intervenire a sostegno dell’iniziativa privata mediante l’approvazione di specifico programma di compartecipazione alle spese di ristrutturazione di facciate e prospetti, concordata con gli organi di tutela». Il primo cittadino ci tiene a precisare che è un punto che «verrà preso in considerazione solo ed esclusivamente in particolari situazioni».
È il consigliere d’opposizione Gabriele Gentile a fare emergere, inoltre, che «il regolamento è stato copiato da altri Comuni dell’Abruzzo e della Sardegna senza tenere conto delle differenze. È vero – continua Gentile – che da qualche parte in Sicilia l’iniziativa ha avuto successo: è l’esempio di Gangi (in provincia di Palermo, ndr) che però è un paese con cui non possiamo competere come attrazione turistica e che è stato anche Borgo più bello d’Italia. Qui – continua il consigliere – non c’è tanto il problema abitativo quanto quello delle opportunità lavorative».
E cosa succede nel caso in cui, entro il termine stabilito, l’acquirente non ristruttura? Il paracadute per il Comune è la stipula di una polizza fideiussoria di 5mila euro. «Ma siamo sicuri – si chiede Gentile – che poi quei soldi basteranno all’ente che, divenuto proprietario, dovrà farsi carico dei lavori?». Polemiche rispedite al mittente dal sindaco che le considera «inopportune e scorrette e lo dico – aggiunge – con un tono di rammarico perché tutte le parti hanno avuto la possibilità di apportare le proprie modifiche, ma nessuno lo ha fatto». A novembre, intanto, partirà il censimento che servirà a creare una banca dati delle strutture. «Abbiamo già due adesioni informali da parte di proprietari intenzionati a vendere la propria casa a un euro e – dice Petta – anche diversi potenziali acquirenti tra i quali anche imprenditori che vengono da fuori che hanno proposte interessanti per il territorio come, per esempio, quello dell’albergo diffuso».
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