San Matteo e San Mattia “Il tempo corrode la materia, l’uomo la memoria”

A SPASSO TRA I TESORI DEL PATRIMONIO ARTISTICO DI PALERMO

di Aldo Di Vita

Inizia un altro viaggio nella storia di Palermo. Questo itinerario non sarà l’unico che avremo modo di visitare e conoscere, ma solo l’inizio di un lungo percorso che vi farà rivivere il tempo e la storia dell’antica Panormus.

Lamia lunga camminata comincia per le strade del Cassaro, antico borgo di Palermo. Salendo lungo il corso Vittorio Emanuele, si affacciano meravigliosi palazzi d’epoca, dimore di baroni, marchesi, conti e principi con stili architettonici di vario genere, dal barocco siciliano al rococò. Continuo il mio cammino incrociando la via Roma anche essa antica e bella, cosi poi salgo verso i Quattro Canti di via Maqueda.

Camminando sul marciapiedi destro, dopo alcuni passi, noto le scalinate dell’antica Chiesa di San Matteo e San Mattia, che a Palermo é conosciuta più con l’unico nome di San Matteo. Incuriosito faccio subito un sopralluogo di questo sito storico di grande valore. La chiesa è in stile barocco, la prima cosa che mi affascina da subito è la facciata marmorea di colore grigio-beige, realizzata con marmo bigio, probabilmente ricavato dal Monte Billiemi. 

La facciata é datata 1662 ed é stata completata nel 1664 dai grandi maestri Gaspare Guercio e Carlo D’Aprile. Il mio sguardo viene subito rapito alla veduta delle statue che sono presenti nelle nicchie, una sopra il portale d’ingresso raffigurante la statua marmorea dell’Immacolata Concezione, mentre nel secondo ordine, ai lati di una grande finestra circolare, si possono ammirare le due statue marmoree dei SS. Matteo e Mattia.

Naturalmente per i particolari rimandiamo ai cenni storici, che troverete alla fine del mio manoscritto. Avrete anche la mia solita illustrazione, con una serie d’immagini che vi darà l’opportunità di una visione più specifica e attuale, non trascurandone anche le immagini d’epoca che troverete assieme.

Quindi mi avvio a salire i gradini delle scale e con meraviglia davanti a me si apre uno scenario che mi lascia letteralmente sbalordito, per magnificenza e bellezza.

L’interno della chiesa, a forma di croce latina e a tre navate su colonne con transetto e sviluppo in altezza, rivela una distribuzione di matrice cinquecentesca.

A l’interno della chiesa vengo colpito da una impressione suggestiva, ammirando ogni angolo e ogni particolare di questo gioiello di arte sacra.

Nella penombra delle colonne, intravedo agili archi e pilastri incrostati di marmi eccellenti, ornati di stucchi preziosi e di pitture e affreschi stupendi.

Sopra il portale principale, dall’ interno, é possibile ammirare i pregiati basso rilievi di Giacomo Serpotta.

La cupola e la volta sono ricoperti d’affreschi di grande valore del famoso maestro pittore Vito D’Anna. Le teli presenti nelle cappelle laterali portano il nome di grandi pittori come Pietro Novelli, Leonardo Bolzano, Filippo Randazzo, Antonio Manno e Giuseppe Testa,quest’ultimo autore della tela del 1796 raffigurante le anime del Purgatorio,posta al centro dell’altare maggiore.

E poi ancora un opera di Filippo Cinistri, in marmo e pietra dura, decorato con alati e lapislazzuli, con bassorilievi in legno dorato. Nella navata di destra si trova un crocifisso ligneo con reliquario a bassorilievi di Vincenzo Siracusa,datato XVIII secolo. Accanto al Crocifisso, un meraviglioso Organo in legno, scolpito da Giuseppe Lungarno del 1871, oggi non più funzionante.

Le meraviglie continuano dentro la sacrestia tutta scolpita in legno di noce corredata di bellissimi armadi.

Nel 1990, esattamente il 23 agosto, la sacrestia fu presa di mira da ladri che rubarono sculture in legno, raffiguranti re, profeti e anime purganti e che inoltre recarono anche dei gravi danni alle opere restanti con atti di vandalismo.

In alto, lungo la cornice, si trovano dei medaglioni ovali o circolari,raffiguranti anime del purgatorio intagliati nel legno dallo scultore Pietro Marino. Le pitture murali e gli affreschi nel tetto presentano notevoli danni dovuti al tempo e a l’incuria e alla mancanza di manutenzione e restauro.

Fra gli armadi si trova un genuflessorio che nasconde una porta segreta, da cui anticamente si raggiungeva, tramite una leva, l’area retrostante, il giardino di casa Muta. Il Natoli nel romanzo i Beati Paoli fa citazione di questo luogo segreto, usato dalla setta per i loro movimenti e nascondigli.

Infine altro luogo di grande interesse è la cripta dei Confrati Miseremini, dove, a partire dal 1714, venivano sepolti i Confrati ed eccezionalmente anche personaggi illustri come Giacomo Serpotta e Vito D’Anna.

Oggi i corpi non si trovano più in tale loco ma sono stati trasferiti altrove.

Per una analisi storica approfondita ritengo sia atto dovuto citare come fonte e testimonianza storica la figura di Mons. Francesco Mirabella, nato a Palermo il 9.12.1915 e morto a Palermo l’8.10.2006,che fu parroco e gestore di questa meravigliosa chiesa per molti anni.

Ora passiamo alla parte meno piacevole e come spesso si suole dire, al rovescio della medaglia. Le condizioni attuali della chiesa oggi sono fortemente compromesse.

Ma cominciamo con ordine, l’impianto elettrico in gran parte è danneggiato e il suo cattivo funzionamento mette in serio pericolo la sicurezza dell’intero edificio monumentale. La poca illuminazione é insufficiente e spesso si deve ricorrere a fonti di luce d’emergenza, per illuminare le poche funzioni che attualmente si svolgono nella chiesa.

La famosa cripta è scarsamente illuminata anche se presenta un aspetto pulito nei limiti della sufficienza.

Tutti gli affreschi in alto, nella volta della chiesa, sono in pessime condizioni e hanno bisogno di un urgente intervento di restauro per bloccare il disfacimento dei colori e dei disegni. Molti dei gessi raffiguranti Santi sono ridotti malissimo, anche gli stucchi del Serpotta hanno bisogno di interventi restauratori.

Molte statue si trovano in condizioni pessime e così anche le raffigurazioni pittoriche delle cappelle laterali alla navata centrale che presentano un aspetto seriamente compromesso, le cui cause sono umidità, infiltrazioni di acqua e solita mancanza di restauri.

Alcune finestre delle cupole sono in pessimo stato e hanno i vetri rotti.

L’intero edificio e le parti circostanti sono in pericolo di crolli, infatti dal lato sinistro della chiesa la stradina fornita in parte discale é chiusa e transennata.

Molti luoghi dell’intero edificio non sono accessibili e rimangono chiusi ai visitatori come l’antico campanile, che si scorge a malapena sul lato destro confinante con un edificio pubblico, attraverso una porticina e un corridoio interno: lo noterete dalle immagini scattate.

La sacrestia versa in condizioni allarmanti con il rischio di compromettere tutte le opere presenti in essa dagli affreschi alle raffigurazioni pittoriche, così pure gli armadi e le opere lignee. Altro dramma é dovuto alla mancata conservazione di oggetti d’arte sacra, in attesa da tempo di eventuali restauri mai iniziati per mancanza di fondi.

In definitiva ogni angolo di questo gioiello architettonico monumentale é seriamente in brutte condizioni e urge di interventi immediati,per non compromettere ulteriormente la situazione già molto precaria.

L’attuale rettore, Monsignore Mario Renna, ha la gestione non solo della chiesa di San Matteo e San Mattia, ma anche quella della chiesa di Sant’Antonio Abate, altro gioiello ecclesiastico di grande valore, che dimora in via Roma, a pochi passi da San Matteo. Anche questa chiesa presenta problemi di manutenzione e restauro, ma di questo parleremo in altra sede.

Credo umanamente impossibile, per quanto sia buona la volontà del Monsignore Renna, di potere garantire un’adeguata cura e funzionamento di entrambe le chiese, che richiedono particolari attenzioni.

Nella Chiesa di San Matteo ci sono due bravissimi giovani che danno un aiuto con spirito di altruismo e volontariato al Monsignore. Questi bravi giovani sorvegliano la chiesa (oltre ad un servizio di segreteria efficiente ed informativo) nell’orario di apertura regolando il flusso dei turisti visitatori, sempre meno presenti dato lo stato della chiesa scarsamente illuminata e nelle condizioni che ormai sappiamo. Inoltre una inesistente campagna d’informazione turistica da parte degli enti preposti completa ancora di più questa non bella situazione.

Sarebbe opportuno per un funzionamento più efficiente la presenza di un altro prelato, o quanto meno di frati che possono dedicarsi sia al culto che alla cura della chiesa.

Un elogio è doveroso farlo alla Lions Club Palermo dei Vespri, che da ente privato ha fatto restaurare alcune opere a l’interno della chiesa, a totale spesa dell’associazione.

Ma ciò non basta, occorrono molto interventi data la gravità attuale e la disastrosa situazione di molte opere in pericolo e a rischio di perdersi definitivamente.

Più volte il Monsignore Renna ha chiesto un intervento alla curia arcivescovile che però non è potuta intervenire per mancanza di fondi.

Tutti gli altri appelli alle istituzioni non hanno trovato risposta ai problemi.

Questo silenzio da parte di chi deve garantire la salvaguardia del patrimonio storico é veramente deplorevole.

Non si può e non si deve accettare questa insensibilità e indifferenza apatica che condanna una città intera al declino del suo passato storico monumentale.

Un altro fatto sconcertante è sapere che ci sono nuove chiese in fase di costruzione, quando invece la priorità impone la salvezza delle chiese già esistenti e soprattutto di grandissimo valore storico culturale con le sue infinite e meravigliose opere di valore incalcolabile che vanno condannate al disfacimento, come la chiesa di San Matteo e san Mattia e tante altre nella stessa medesima condizione.

Tutto ciò é veramente inaccettabile e vanno condannate senza alcuna scusante tutte le strutture istituzionali ed ecclesiastiche colpevoli di una tale e vergognosa indifferenza.

Non credo accettabile che un patrimonio di tale valore venga escluso da un immediato intervento di salvaguardia di tante opere d’arte di inestimabile pregio, sia storico- monumentale sia economico.

Palermo viene definita dagli storici una città tra le più importanti della storia dell’umanità degna del riconoscimento da parte dell’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità.

Ma per ottenere un simile titolo bisogna anche meritarlo, con una comprovata cura dei beni, memoria storica, monumentale e culturale, non solo nostra ma del mondo intero.

Pertanto ritengo opportuno sollecitare i media e l’opinione pubblica ad una maggiore attenzione del patrimonio, da parte degli enti preposti a tale scopo, cominciando dal Comune di Palermo, alla Regione Siciliana, al Ministero dei Beni Culturali, alle autorità ecclesiastiche locali e nazionali, ad una vera svolta positiva per la salvezza della chiesa di San Matteo e San Mattia. Inoltre mi riservo di inviare questa mia relazione alla commissione del patrimonio storico della Comunità Europea e alla super visione di Sua Santità in Vaticano, Papa Francesco I.

In conclusione, ricordo ai nostri cari cittadini e alla nostra amministrazione comunale, che una maggiore attenzione del nostro patrimonio gioverebbe anche alla drammatica situazione economica, ormai allo stato cronico della città di Palermo, che ha un tasso di disoccupazione tra i più alti d’Italia.

Un incremento di presenza turistica porterebbe anche un incremento economico e la possibilità di nuovi posti di lavoro.

Più monumenti, chiese, opere d’arte, palazzi antichi, ville storiche e centinaia di siti storici presenti nel territorio, possono rappresentare una maggiore attrazione del turismo e quindi un evolversi di fattori scatenanti dell’economia.

Ricordando sempre che il settore turismo é una fonte inesauribile, che molti stati europei con più senso di responsabilità lo gestiscono con amore e professionalità, il contrario di ciò che avviene nel nostro paese che volutamente e vergognosamente tra l’incuria e il menefreghismo stanno mandando tutto il nostro patrimonio e la nostra storia in malora. Un esempio catastrofico sono gli scavi di Pompei.

Salviamo San Matteo e San Mattia, salviamo Palermo, salviamo la Sicilia, salviamo l’Italia.

 

Redazione

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