San Giovanni Li Cuti, la spiaggia più affollata dell’estate «Non ci staremo nemmeno in piedi, problema è arrivarci»

«Siamo molto affezionati a questa spiaggia nera vicinissima al centro della città. Veniamo da anni ogni giorno appena comincia il primo caldo, a maggior ragione quest’anno che non ci restano altre alternative». È sulle poche centinaia di metri della spiaggetta di San Giovanni Li Cuti che, già da diverse settimane, si riversa la gran parte dei catanesi che hanno voglia di fare un bagno a mare o prendere il sole senza dovere per forza passare dai lidi a pagamento. L’estate del capoluogo etneo, infatti, deve fare i conti con la mancanza dei solariumcome ha annunciato qualche giorno fa il sindaco Salvo Pogliese. «Tempi tecnici alla mano, le piattaforme potrebbero essere montate solo dal 20 agosto, sarebbe una presa in giro», ha detto il primo cittadino spiegando che non ci sono più i termini per procedere con un nuovo appalto dopo la rescissione del contratto con l’impresa che, aggiudicatasi la gara da 300mila euro in primavera, non ha mai iniziato i lavori.  

«Con questa storia che quest’anno i solarium non li monteranno nemmeno a estate inoltrata come in passato – commentano a MeridioNews due signori abituali frequentatori di San Giovanni Li Cuti – qui, appena comincia la stagione più inoltrata non ci entreremo più nemmeno in piedi». In un sabato di fine giugno la spiaggia è già piena «e non sembra sovraffollata – nota una signora che alza gli occhi dal suo cruciverba – solo perché abbiamo dovuto chiudere gli ombrelloni che il vento stava portando via». Anziani con i cappelli di paglia in testa, mamme con i passeggini, genitori con bambini intenti a giocare, giovani che leggono o provano a studiare per il prossimo esame all’università oppure cercano di cogliere la migliore inquadratura per la foto da postare sui social network. La sabbia e le pietre nere accolgono tutti. O quasi. Manca ancora, infatti, la rampa che consenta l’accesso anche i disabili.

«Non è necessaria solo per le persone in carrozzina – lamenta una giovane mamma – ma anche per chi, come me, oggi si è dovuta caricare di peso il passeggino per arrivare sulla spiaggia». Stando a quanto raccontano dalle attività commerciali della zona, qualche giorno fa cinque o sei persone addette ai lavori sarebbero andati a fare un primo sopralluogo in vista dell’istallazione della pedana. «Fra chi prendeva le misure e chi annotava qualcosa su dei foglietti – dice una ragazza che lavora in uno dei bar che danno sulla spiaggetta – sono rimasti qui a lavorare una mattinata intera». «Adesso speriamo che la realizzazione non abbia i soliti tempi biblici», ironizza un uomo mentre beve il caffè puntualizzando che «a queste cose l’amministrazione comunale dovrebbe pensare prima che inizi la stagione balneare ma, è vero che se aspettassimo il Comune qui saremmo sommersi dalla spazzatura lasciata dagli incivili ma per fortuna qui c’è Antonio». 

Antonio Arrigo da quelle parti – e non solo – lo conoscono tutti. «La sua è come una missione – spiega la compagna – viene qui ogni mattina alle 6 e raccoglie tutto quello che le persone hanno lasciato il giorno prima». Bottiglie di plastica e di vetro, cartacce, pezzi di giocattoli rotti, salvagente o braccioli di bambini sgonfiati, cicche di sigarette, bucce di frutta e altri scarti di cibo, perfino pannolini. Dopo un’oretta mattutina di lavoro del pensionato 69enne di tutto questo sulla spiaggia non c’è più nulla. «Arriviamo presto per evitare il caldo e la confusione – spiega la donna – È venuto perfino oggi, prima di andare a un appuntamento per una importante visita medica. Quando non vuole fare il serioso, dice che lo fa come sostituzione di una palestra che dovrebbe pagare». Per tutta la vita Antonio ha fatto il bagnino e, una volta in pensione, ha adottato quel pezzetto di spiaggia. «Qualche volta l’insistente inciviltà delle persone lo scoraggia ma poi – conclude – ricomincia perché è più forte di lui, si occupa anche di curare le piantine e di sistemare i sassi per creare un accesso al mare agevole per tutti». 

In quella che si appresta a essere una delle spiagge catanesi più affollate di questa estate, il problema è come raggiungerla. Non solo dalla strada asfaltata alla sabbia ma anche dal centro della città fino al lungomare. «Ogni giorno devo aspettare almeno mezz’ora alla fermata dell’autobus», racconta una signora sulla sessantina che parte da piazza Trento con la borsa di paglia e dentro solo l’asciugamano e la crema solare. Da lì, per arrivare a piazza Europa, l’unica soluzione è prendere l’autobus 443. «È comodo, per carità, ma i tempi d’attesa sono scoraggianti e, vista la poca frequenza delle corse, è sempre sovraffollato. Io spero – conclude – che qualcuno lo segnali e che possano essere aumentati i bus che fanno questa tratta, almeno nei mesi estivi». 

Marta Silvestre

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