“Il Partito democratico siciliano sembra avere tolto il termine democratico dalla sua denominazione. Dopo avere brillato per confusione e litigiosità, vede candidato l’onorevole Rosario Crocetta non dopo un dibattito negli organi di partito democraticamente eletti, ma a seguito di febbrili consultazioni telefoniche tra i vari capicorrente. Ovviamente l’area Marino, che non è una corrente, apprende, come tutti i militanti e gli iscritti le decisioni dai giornali”.
Lo scrive su facebook Giovanni Bruno, componente della commissione nazionale di garanzia del Pd e coordinatore dell’area che, in Sicilia, fa capo al parlamentare nazionale, Ignazio Marino.
“Ora che il candidato è Rosario Crocetta – aggiunge Bruno – non si parla più di primarie e nemmeno di una, seppur liturgica, direzione regionale di cui il segretario regionale – alla quale “proporrà formalmente” la sua candidatura – nemmeno ha detto quando convocherà”.
Il riferimento è al segretario regionale del Pd siciliano, Giuseppe Lupo.
“Il segretario regionale – aggiunge il coordinatore dell’area Marino in Sicilia – dapprima presunto golpista per non volere le primarie, ora che il candidato è l’onorevole Crocetta è diventato ‘entusiasmante’. Il miracolo è compiuto, Rosario Crocetta, novello San Francesco, trasforma il lupo e lo porta mansueto in Via Bentivegna (la sede della segreteria del Pd a Palermo ndr)”.
“Assistiamo – aggiunge Bruno – a una novità politica: ci si candida in autonomia, si cercano e costruiscono alleanze, si fanno incontri – ovviamente di programmi nemmeno a parlarne – e poi il Partito e il suo segretario regionale si limitano a fare da controfigura in una conferenza stampa, nella sede ufficiale, dopo che si era dichiarato che ci si sarebbe candidati a prescindere. Tutto ciò nel silenzio di rottamatori, riavviatori, protestatori e quant’altro è nato in questi mesi”.
“Nulla contro Rosario Crocetta – conclude Bruno – ma i metodi democratici e il rispetto delle regole valgono per tutti, sopratuttto per chi ha una storia come la sua”.
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