Un cavallo ferito alla gamba destra e con la bocca sanguinante. È la scena che alle 7.30 di ieri mattina i carabinieri si sono trovati davanti giunti al civico 160 di via Playa, nel quartiere San Cristoforo. Dove hanno identificato il presunto proprietario dell’animale S.A., classe 1953, e un’altra persona, C.A., classe 1981. Ma l’intervento dei militari, richiesto su segnalazione telefonica, ha avuto risvolti inaspettati, che hanno portato alla denuncia di quattro persone per macellazione abusiva.
Dopo avere allertato due medici veterinari dell’Azienda sanitaria Provinciale di Catania, il cavallo è soccorso, medicato e identificato attraverso il microchip. Dalla lettura del dispositivo, è stato appurato che l’animale era un purosangue inglese, maschio, nato nel 2012, allevato e in carico a un altro proprietario. Da qui la constatazione, mossa a S.A., che il documento non era stato aggiornato con i dati dell’ultimo proprietario. Considerato lo stato di salute dell’animale, i veterinari intimano all’uomo di ricoverarlo presso una stalla di via Leontini, in attesa delle verifiche sanitarie.
Ma l’animale prende tutt’altra strada e tutt’altro destino. Transitando in via Fenga, lo stesso equipaggio di militari che aveva chiamato i soccorsi per il cavallo, nota un uomo con gli abiti e le scarpe imbrattate di sangue che, alla loro vista, si nasconde dentro un locale che si trova al civico 48. Dove i militari entrano e scovano l’uomo che, in compagnia di un’altra persona, stava spostando dei quarti di carne equina. Mentre i carabinieri procedevano ad identificarli – B.S. classe 92 e D.A., classe 82 – sul posto si sono presentate le due persone già identificate in via Playa, e S.A. avrebbero dichiarato che il cavallo macellato era di sua proprietà.
Considerato il luogo adibito a macello e il modo con cui si stava procedendo al trasporto della carne – all’interno di sacchi neri, solitamente utilizzati per i rifiuti – hanno richiesto nuovamente l’intervento dei veterinari. I medici hanno accertato che l’equino macellato e ridotto in otto pezzi era il purosangue inglese soccorso poche ore prima. L’evolversi dei fatti, ha imposto la collaborazione dei Carabinieri del Nucleo anti sofisticazione, che hanno proceduto al sequestro del locale adibito a macello clandestino; dell’attrezzatura utilizzata per sezionarlo (vari coltelli); dei resti dell’animale pesati in circa 400 chilogrammi che sono stati affidati a una ditta di Belpasso che provvederà a distruggerli poiché non commestibili. I quattro identificati sono stati denunciati.
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