La mattina di Natale la sede dell’associazione Il Gioco del Sorriso, a San Cataldo, è stata trovata totalmente a soqquadro dai volontari. La sede, che si trova in corso Sicilia, in pieno centro, è in condivisione con il locale circolo del Partito democratico, ed è stata vandalizzata da ignoti che si sono introdotti sfruttando l’assenza degli attivisti. «La sera prima i volontari erano stati all’ospedale Sant’Elia per portare un sorriso a tutti i pazienti – spiega il presidente dell’associazione Alberto Caramia a MeridioNews -. Da sette anni è il nostro consueto appuntamento della vigilia di Natale. Siamo andati con decine di clown volontari che decidono di passare l’intero pomeriggio facendo giocare i piccoli di Pediatria, portando una carezza a chi sta soffrendo, regalando un sorriso a infermieri e medici e dando un attimo di serenità ai parenti degli ammalati. Al termine della giornata abbiamo riportato tutto nella sede. Il giorno dopo, però, era tutto distrutto. Non abbiamo mai avuto problemi e non sospettiamo di nessuno, siamo un’associazione di volontariato che si occupa dei bambini e delle famiglie».
A essere presi di mira dai vandali sono stati i giocattoli e i materiali utilizzati per le attività. «Sono entrati dalla porta principale che non era chiusa a chiave perché non abbiamo mai avuto problemi – continua Caramia -. Oltre a rompere e spargere tutti i giochi per la stanza, hanno orinato e defecato, costringendoci a buttare via tutto. Purtroppo non abbiamo telecamere ma forse potrebbero esserci d’aiuto quelle di qualche esercizio commerciale della zona. Ancora non abbiamo fatto nessuna denuncia in quanto il reale proprietario è il Pd». Sull’ipotesi che si tratti di un atto rivolto al partito, che nei locali tiene le riunioni politiche, Caramia non si sbilancia: «Noi usiamo la sede solo come appoggio, loro svolgono le varie riunioni ma non credo sia un gesto indirizzato a loro. Anche perché le bandiere e i manifesti non sono stati toccati».
L’associazione è composta da ragazzi, quasi tutti studenti delle scuole superiori o universitari, uniti dalla stessa voglia di impegnarsi. Tutti i giocattoli e i materiali sono stati acquistati mediante autofinanziamento o provengono dalle donazioni di aziende e comuni cittadini. «Ognuno di noi ha donato un giocattolo, ha comprato qualcosa, abbiamo chiesto una mano ad aziende e amici per acquistare palloncini, pompette, camici da clowndottori, e tutto il necessario per far giocare e sorridere i bambini. Per colpa di qualcuno – sottolinea Caramia – oggi non abbiamo più nulla. Si sono salvati solamente i camici che, per puro caso, non erano stati sistemati in sede. Fare del bene è faticoso e impegnativo, implica sacrifici e costanza. Distruggere tutto invece è semplice, ottuso, irresponsabile, ingiusto e incivile. Qualunque sia stata la motivazione, sempre che possa esisterne una, resta un’enorme amarezza».
Sul futuro però non ha dubbi, ricompreranno tutto e torneranno a far sorridere i bambini: «Abbiamo lanciato degli appelli sui social e la città sta rispondendo. Ognuno ci sta dando una mano per riacquistare tutto. Non sarà semplice, ma siamo sicuri – conclude – che con la nostra voglia e la nostra tenacia riusciremo ad andare avanti».
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