«Per i cattedratici è sbagliato dire cantastorie e cuntista è una parola che sul vocabolario non esiste. Pitrè parlava di contastorie». Inizia così l’intervista a Salvo Piparo, l’attore che racconta Palermo attraverso l’arte della tecnica narrativa del cunto siciliano introdotto dai greci, che poi si intreccia con le vicende dei paladini francesi e con la storia della nobiltà palermitana. Uno su tutti l’esempio della vita di Laura Lanza di Trabia, la Baronessa di Carini. Poi ci sono i personaggi delle basole palermitane. Piparo coglie l’occasione anche per lanciare un messaggio ai giovani che potrebbero «divertirsi a riscoprire la leggerezza del raccontare con ironia anche eventi tragici».
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