«Musumeci è persona stimata e stimabile e farà le sue scelte». Matteo Salvini esce a piedi da palazzo d’Orleans, dopo un colloquio, con pranzo annesso, durato circa due ore. La prima tappa della parentesi siciliana del leader della Lega si chiude con un incontro con i giornalisti. Che lo hanno atteso da poco prima delle 15, quando, accompagnato dal commissario del Carroccio nell’Isola Stefano Candiani, ha varcato la soglia della presidenza della Regione a bordo di un’auto blu.
«Non abbiamo parlato di rimpasti, non era il momento. Ho parlato di continuità territoriale, delle baracche di Messina, dell’acqua che manca a Palermo, dei problemi di bilancio a Catania», risponde a chi gli chiede se la visita al governatore Nello Musumeci sia servita anche per discutere di un possibile ingresso della Lega in giunta, poche settimane dopo la formazione del gruppo all’Ars. Tuttavia, l’ipotesi resta tutt’altro che vaga e rientra anche nell’orizzonte possibile che vede Diventerà bellissima, il partito di Musumeci, federarsi con la Lega. Con un occhio o più ai prossimi appuntamenti elettorali.
Per il senatore, quella di oggi, sarà una giornata lunga. Tra poco visiterà il commissariato Oreto, saltando però il passaggio dal quartiere Ballarò. «A Ballarò ci vado quando posso portare qualche proposta concreta», dice Salvini, cercando di smarcarsi dal pressing di chi gli chiede se il passo indietro sia scaturito dalla possibilità di imbattersi in contestazioni più ampie di quelle preventivabili. «Il messaggio che vogliamo lanciare è per tutte le periferie: da Bologna a Catanzaro, fino a Palermo – aggiunge l’ex ministro degli Interni – Non abbiamo bacchette magiche, ma lavoro e sicurezza sono le priorità di cui ci stiamo preoccupando».
Inevitabile il passaggio sul movimento delle Sardine che stasera dovrebbero essere presenti per contestare il comizio che Salvini farà in piazza Verdi, di fronte al Teatro Al Massimo. «Se sono educati, tutti sono liberi di esprimere il loro parere – è il commento del leader della Lega -. Se poi qualcuno vive le sue giornate cercando dove va Salvini per rompergli le scatole, se uno nasce perché gli sta antipatico Salvini… è una brutta vita».
Replica a distanza anche al ministro per il Mezzogiorno Giuseppe Provenzano, che anche oggi ha sottolineato come il Sud sia stato defraudato di fondi. «Lascio a lui le sue riflessioni ma vorrei dire che se si è salvato il bilancio del Comune di Catania il merito è della Lega, non di qualcun altro». Prima di partire alla volta del commissariato, Salvini ha anticipato i dati di un sondaggio che dovrebbe essere reso noto da Enrico Mentana e che vede la Lega al 33,3 per cento. Cifra importante che, fa capire il senatore, dovrebbe servire a chi nel partito – leggasi Umberto Bossi – non vede bene questo spendersi nel Mezzogiorno. «Vogliamo unire, se qualcuno vuole dividere non è il momento», chiosa.
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