Il nuovo Matteo Salvini si è calato a pieno nel ruolo del mediatore di pace. A Palermo, dove il processo che lo vede imputato per la vicenda della nave della Ong Open Arms è stato rinviato per l’indisponibilità di uno dei giudici, visita per la seconda volta il cimitero dei Rotoli, ma a margine del passaggio gran parte delle sue parole sono volte a sottolineare il ruolo di mediazione di cui si è investito, con l’annunciata trasferta al confine ucraino per andare in soccorso dei rifugiati. E in questo senso non sono mancate le frecciate a Mario Draghi, che l’ex ministro vorrebbe maggiormente coinvolto in prima persona nella risoluzione del conflitto nell’Est europeo.
Un ruolo, quello del mediatore, che il leader della Lega ormai sente talmente suo da volerlo esercitare anche nel turbolento centrodestra siciliano. «Fatemi lavorare, so che qui ci sono un po’ di bisticci e diversità di vedute: Musumeci, Meloni, Miccichè, Lombardo, Forza Italia. Provo a fare sintesi di queste diversità di vedute» dice. Intanto, prima della camminata al cimitero, Salvini ha incontrato il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè, che nelle scorse settimane aveva annunciato la sua candidatura di rottura all’interno della coalizione e l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo. Non Musumeci. Un summit che non c’è stato e che non avverrà, come ammesso dallo stesso leghista, che ha liquidato la questione con un secco «No. Adesso torno in albergo e mi ricollego con le ambasciate».
E un’ambasciata con cui il collegamento non deve risultare esattamente ottimale pare essere quella di Fratelli d’Italia, per un corto circuito che si è consumato durante le elezioni del presidente della Repubblica, tra la differenza di vedute su Sergio Mattarella e l’appoggio alla fuga in avanti di Musumeci. Prova ne sono le parole spese nei confronti del presidente della Regione e non solo. «Il centrodestra unito prevede la presenza di tutti – dice in proposito l’ex ministro – ma tutti devono volere l’unità. Io la voglio, spero che nessuno pensi di dire “o il candidato è mio oppure me ne vado col pallone e non giocate più”, io intendo il dialogo in maniera diversa». E ancora sul presidente della Regione: «Musumeci è il governatore in carica e deve fare il suo lavoro in questi mesi, sul prossimo candidato decideremo tutti insieme».
Intanto stasera Salvini incontrerà i suoi per fare il punto su una situazione che il senatore fa intendere come rosea: «La lega ha già le liste pronte, sia per il comune di Palermo che per la Regione. Rimangono pochissimi spazi, sui nomi dei candidati lasciatemi un po’ di di tempo», poi tornerà a Roma, con la promessa di tornare ad aprile, ancora una volta in concomitanza con il processo che lo riguarda.
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