Lo sguardo rivolto all’indietro, la stele della Madonnina della Lettera sullo sfondo e il sogno di tornarci prima o poi da vincitore. Potrebbe essere questo il fotogramma della fine della visita di Matteo Salvini in Sicilia. In programma domani, sarà la prima da che la Lega è entrata ufficialmente al governo dell’isola. La scaletta – più che un tour si tratterà di un passaggio ad ovest, lungo la costa tirrenica – dovrebbe prevedere un incontro con il neoassessore ai Beni culturali Alberto Samonà e un faccia a faccia finale con il sindaco di Messina Cateno De Luca, che con il senatore dovrebbe fare la traversata dello Stretto. Il condizionale però è d’obbligo, perché, a dispetto di quanto assicurano dai piani alti del Carroccio, sul traghetto De Luca potrebbe non esserci.
Più in generale i due potrebbero non incontrarsi del tutto. A sostenerlo è una fonte attendibile: lo stesso De Luca. «Io con Salvini? Non ne so nulla, nessuno mi ha chiamato e poi a Messina torno lunedì», commenta a MeridioNews. Il sindaco parla da Fiumedinisi, dove un mese fa è tornato ad assistere il padre in un momento non semplice. Una pausa dalla città raccontata con la socialità di sempre su Facebook – con tanto di caprette, colpi di zappa nell’orto e granite al limone – che si sarebbe dovuta interrompere anzitempo per incontrare quel Salvini con cui, in questi mesi di emergenza Covid-19, non sono mancati i segni d’intesa. «Un sindaco sempre in prima linea per il bene della propria comunità», lo ha definito il leader leghista a maggio. «L’unico leader che mi ha manifestato solidarietà e condiviso molte mie iniziative», la risposta di De Luca.
Motivi per incontrarsi i due ne avrebbero, a partire dalle mire diverse e comunque simili verso palazzo d’Orleans. De Luca non ha mai fatto negato di volere diventare presidente della Regione – e in quest’ottica non sarebbero mere diversità di vedute i ripetuti scontri avuti (e cercati) con Nello Musumeci nella gestione della pandemia -, mentre per Salvini entrare dalla porta principale alla Regione Siciliana sarebbe il modo più forte per affermare ciò che da tempo ripete. Ovvero che sono finiti i tempi per cui l’espressione «siciliani leghisti» era buona soltanto per esercitarsi sugli ossimori.
«Si incontrano di sicuro, al cento per cento. Magari lontano dalle telecamere, ma si incontrano», assicura a MeridioNews chi Salvini lo conosce bene e che non avrebbe motivi per creare le condizioni per ritrarre il capo della Lega come uno che riceve buche. «Per me si tratta di qualche eccelso dirigente leghista siculo che non mi adora e vuole solo mettere zizzania», è la chiave di lettura fornita da De Luca. Una cosa è certa: con le Regionali che distano due anni e mezzo è ancora troppo presto per suggellare patti di qualsiasi natura. Anche se si ha a disposizione il famigerato arancino sul traghetto.
Quello che invece può risultare interessante è chiedersi quali effetti potrebbe avere l’accostamento tra Salvini e De Luca. Indipendentemente dal fatto che alla fine i due si vedano o meno. In tal senso una mano d’aiuto potrebbe arrivare dalla cultura popolare, con un proverbio conosciuto tanto in al di là del Po che al di qua dello Stretto: parlare a nuora perché suocera intenda. Nei panni di quest’ultimo potrebbe ritrovarsi Nello Musumeci, il presidente della Regione che da tempo ormai si è mostrato aperto a superare i pregiudizi nei confronti della Lega. Dagli applausi ricevuti a Pontida nel 2018 alla più recente calorosa accoglienza riservata a Salvini a palazzo d’Orleans, che ha anticipato di pochi mesi il battesimo del Carroccio in giunta, non sono mancate le occasioni in cui Musumeci si è mostrato amico di Salvini. E ciò è avvenuto sia quando quest’ultimo era al governo che dopo il Papeete.
Il motivo di tanta stima va senz’altro cercato nel futuro prossimo, quando tra 2022 e 2023, nel giro di cinque mesi si dovrebbero tenere – a meno di sorprese, più probabili a Roma che a Palermo – le elezioni regionali e nazionali. In entrambe le occasioni, Musumeci potrebbe avere in Salvini un partner fondamentali, sia che si tratti della ricerca del bis a palazzo d’Orleans che di posti in lista per Diventerà bellissima per volare in Parlamento. Ad avere il mazzo di carte in mano però sarà sempre e comunque Salvini, che nei panni di croupier in questa fase potrebbe mandare un messaggio a Musumeci: «Datti da fare perché non sei l’unico invitato al tavolo verde». A prendere posto potrebbe essere De Luca, ma anche qualcun altro. Perché saper bluffare fa parte del gioco. Specialmente in politica.
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