Salvini chiede di adottare i cani randagi del Cara di Mineo «Il ministero dell’Interno è pronto a inviare un contributo»

«Invito famiglie, bambini e nonni a prendersi a cuore la sorte di 117 occupanti del Cara di Mineo, con un contributo economico o aprendo le porte di casa». L’appello che il ministro dell’Interno fa con un video su Facebook, di certo, non riguarda i migranti. «Amici, abbiamo bisogno di voi! 117 cani sono gli ultimi ospiti del Cara che come promesso abbiamo chiuso, risparmiando un sacco di soldi. Entro il 31 agosto questi amici devono trovare una nuova casa!». Il chiarimento arriva poco dopo. Spente, con un trionfo solenne, tutte le luci di quello che è stato tra luci e ombre il centro di accoglienza per richiedenti asilo più grande d’Europa, il leader del Carroccio accende i riflettori sugli animali che, per anni, hanno trovato rifugio nella struttura.

Dall’1 settembre il residence verrà riconsegnato alla legittima proprietaria, la Pizzarotti Spa. Nell’attesa di capire cosa ne sarà del villaggio, a tenere banco è il futuro dei cani. Già quando il ministro dell’Interno è volato in Sicilia per fare calare il sipario sul Cara, la questione è finita all’ordine del giorno. Durante la passeggiata dentro la struttura, il sindaco di Mineo Giuseppe Mistretta camminando alla sinistra di Salvini gli ha confidato che «se non si trova una soluzione, il Comune va in dissesto». Con tono ironico il ministro ha chiesto: «Ma per i cani?» e, di fronte alla risposta affermativa del primo cittadino, girandosi a destra verso il prefetto Claudio Sammartino ha decretato: «Dobbiamo occuparcene». E così è stato. 

Intanto il Comune di Mineo, attraverso il sito istituzionale, ha lanciato una campagna specifica dal nome Adottiamoli…Non abbandoniamoli!. «Non possiamo permettere che i nostri “pelosi” vengano abbandonati o, peggio, costretti per il resto della loro vita a vivere presso un canile. I “teneroni” sono tutti microchippati e sterilizzati cercano solo cure e affetto». A corredo dell’avviso ci sono anche le foto di alcuni animali, i contatti utili e le procedure per richiedere l’adozione o l’affido. Al momento, a pensare al sostentamento degli animali sono alcuni volontari locali. Tra questi c’è anche uno degli ex lavoratori del Cara. Arriva con grandi bustoni pieni di croccantini e di pane duro che sistema sotto la pensilina di legno all’esterno della struttura, riempie i secchi d’acqua e fa anche qualche carezza. «Sono animali buoni, abituati a stare a contatto con le persone. Vengo qui due o tre volte a settimana – racconta – a portare da mangiare e ad assicurarmi che stiano bene. Lo farò finché non sarà chiaro il loro destino». 

Destino che sembra stare a cuore anche al primo cittadino di Mineo. «È una questione umana – dice a MeridioNews parlando dei cani – e non la voglio sbrigare come una pratica burocratica. In questo momento, è una emergenza perché senza cibo e senza acqua questi animali non vivono». I primi due cuccioli hanno già trovato casa: «Una famiglia con due bambini è venuta qui a sceglierli – racconta Mistretta – E, dopo l’appello del ministro Salvini, sono già fioccate una ventina tra richieste di affido e di adozione e anche di persone che vogliono fare delle donazioni al Comune per il sostentamento». Durante il vertice di ieri in prefettura, «è emerso che anche il ministero dell’Interno vorrebbe dare un contributo economico, la cui cifra è ancora da definire». Del resto, per gli amici a quattro zampe che non dovessero trovare casa, l’ente comunale dovrebbe spendere «50 euro ciascuno per catturarli e trasportarli al canile e 3,50 euro al giorno per cane – afferma il sindaco – senza contare le eventuali spese sanitarie». Intanto, per la prossima settimana è previsto un nuovo vertice in prefettura, mentre alla fine del mese il primo cittadino volerà a Roma dove è stato convocato dal ministero dell’Interno. «Matteo Salvini ha promesso di non abbandonarci», conclude fiducioso.

«Sarebbe stato opportuno che il ministro dedicasse
metà delle attenzioni destinate ai cani alle decine di migranti vulnerabili abbandonati a se stessi il giorno della chiusura del Cara – affermano da Medici per i diritti umani (Medu), l’associazione che per cinque anni ha svolto servizio di supporto psicologico e psichiatrico ai migranti – Tra di essi tre persone con grave disagio psichico. Uno di loro, Adou, è stato rintracciato dai nostri operatori sanitari lungo la statale, seduto su un sasso sul ciglio della strada, all’ombra di un albero e in mezzo ai rifiuti. Era lì seduto da molte ore con una ferita visibile sulla testa. Ci ha raccontato di come le forze dell’ordine lo abbiano portato a forza fuori dal centro e lasciato al suo destino». Lui, come altri 25 invisibili, per il momento ha trovato ospitalità in una casa di campagna vicino a Caltagirone messa a disposizione dal vescovo. «Se si adoperasse per fornire un supporto concreto a queste persone – continuano dal team di Medu – forse potrebbe essere un buon modo di scusarsi per le sue dichiarazioni sui cani di Mineo. Dichiarazioni che suonano irrisorie nei confronti di queste persone e oggettivamente piuttosto indecenti».

Marta Silvestre

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