Salvini ad Aci Castello, evento spostato allo Sheraton Attivisti: «Perquisizioni in casa, azione ingiustificata»

Doveva parlare davanti ai suoi sostenitori in piazza ad Aci Castello giorno 20 aprile ma gli organizzatori hanno preferito spostare l’evento all’hotel Sheraton. «Per evitare scontri con i contestatori», sostiene a MeridioNews l’onorevole Angelo Attaguile, deputato nazionale della Lega e segretario siciliano di Noi con Salvini. Gli attivisti che si oppongono alla visita dell’europarlamentare milanese, avevano preannunciato pubblicamente di essere stati autorizzati dalla prefettura a manifestare il loro dissenso a ridosso del palco in cui si sarebbe tenuto il comizio. Il cambio di location è una «precauzione necessaria», secondo i sostenitori del leghista, preceduta ieri e oggi da alcune perquisizioni personale svolte dal personale della Digos e dagli agenti della squadra mobile di Catania. In particolar modo, come raccontano a MeridioNews due ragazze della rete Mai con Salvini, i poliziotti hanno controllato a fondo la vettura di un’attivista e, questa mattina alle sette, sono entrati nelle abitazioni private di altre due persone, per cercare «armi ed esplosivi». L’unico tipo di intervento che – come racconta una delle protagoniste della vicenda – «non richiede l’autorizzazione della magistratura».

«Nonostante da due giorni fosse noto che il comizio fosse stato spostato – raccontano gli attivisti – Alcuni di noi sono stati prima identificati come possibili contestatori e tenuti fermi per un paio di ore ad Aci Castello nella giornata di ieri». Ma non solo. «Quasi dieci agenti sono arrivati stamattina per cercare chissà cosa in casa di persone che non hanno mai dato segnali di pericolosità». Un gesto che dai contestatori viene visto come un «eccesso di forza, un’azione fatta soltanto in chiave politica dopo che la città ha respinto l’arrivo di Matteo Salvini». «La questura ha risolto la questione in questo modo, mettendo in atto azioni poliziesche. Poi – concludono – Di sabato mattina è una vera e propria supicchiaria». 

A raccontare meglio quanto accaduto all’alba è una delle persone che ha subito il controllo degli agenti. «Ieri ci hanno fermato e setacciato l’auto, nonostante fossimo quattro ragazze che, come tante altre, erano a fare una passeggiata. Chiaramente non hanno trovato nulla – aggiunge – come del resto questa mattina. Hanno rovistato ovunque, anche sotto il letto di mia sorella che è minorenne. Un’azione che credo sia ridicola, soprattutto perché sono andati via a mani vuote». «Stiamo parlando di perquisizioni politiche, di intimidazioni fatte per metterci in difficoltà con la nostra famiglia e per avvertire chi si espone di più – aggiunge la militante – non credo ci sia altra lettura, ma non ci spaventiamo e continueremo a contestare tutto quello che riteniamo sbagliato».

Secondo Angelo Attaguile però le azioni messe in atto dalla questura rappresentano «la conferma della reale pericolosità di chi vuole contestarci». «Volevamo una manifestazione pacifica, un comizio tranquillo, ma i soliti centri sociali volevano trasformare un momento di democrazia in dittatura. La prefettura ha dato l’autorizzazione a una contro-manifestazione che si sarebbe recata a ridosso della piazza – continua il leghista catanese – ma sarebbe stato difficile gestire il tutto, anche se la questura ha fatto un lavoro eccezionale per sorvegliare». «Noi – continua Attaguile – pensiamo che gli scontri ci sarebbero stati, e per evitare di doverci difendere dalla violenza, abbiamo preferito cambiare location». La prefettura, stando alle parole del segretario, voleva che tutte le macchine di Aci Castello «fossero fuori dal paese». «C’erano dei provvedimenti cosi severi per tutelare l’ordine pubblico che il buon senso mi ha imposto di spostarla – aggiunge – avevamo chiesto di andare ad Aci Trezza, ma ci hanno fatto notare che anche loro si sarebbero potuti spostare lì, così abbiamo pensato a un posto chiuso privato».

Mattia S. Gangi

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