Salvatore Borsellino: “A cosa serve continuare?”

RIFLETTENDO SU POLITICA, STATO E MAFIA IN ITALIA

di Salvatore Borsellino

Sono stato sollecitato da alcuni amici a scrivere su quello che sta succedendo nel nostro paese sul fronte giudiziario mentre tutti pensano soltanto alle elezioni e ai suoi risultati. Se dobbiamo insistere a parlare ancora del bomb jammer che non è stato dato in dotazione alla scorta di Di Matteo; cosa penso dello squallido intervento di Marcelle Padovani a Palermo; una mia riflessione sul quesito presentato dal Procuratore Messineo in merito agli effetti della circolare del CSM.

E’ vero, avrei dovuto farlo ma ci sono dei momenti in cui ti sembra che ti manchi l’ossigeno per potere anche continuare a respirare e allora senti il bisogno di recuperare le forze, di fermarsi a riprendere fiato a riordinare le idee.

A cosa serve continuare a manifestare per un bomb jammer che ormai non serve più dato che Nino Di Matteo lo hanno già ammazzato e con lui hanno eliminato in un solo colpo tutto il pool di Palermo? E’ bastata una circolare, una sola circolare del CSM è il lavoro è stato fatto, in silenzio, senza sangue, senza esplosioni e vittime. Perché il sangue, le stragi che provocano la reazione della gente e costringono poi lo stato a simulare a sua volta una reazione, a partecipare a funerali, ad esprimere parole di cordoglio, a promulgare leggi che poi a poco a poco devono essere svuotate per fare tornare tutto come prima, per rispettare patti che non possono essere disattesi.

A cosa serve continuare a gridare “fuori la mafia dallo Stato” se ormai non è possibile distinguere dove finisca lo Stato e dove cominci la mafia o se addirittura non ci sia alcuna differenza, se non siamo ormai arrivati al punto da avere una mafia-Stato e uno Stato-mafia?

A cosa serve rallegrarsi perché il procuratore Messineo ha presentato un quesito al CSM sugli effetti della circolare sulla sorte del processo di Palermo quando, se avesse voluto, avrebbe dovuto continuare ad assegnare i fascicoli sulle nuove indagini al pool e poi aspettare la reazione del CSM e non viceversa? Invece ormai la scrivania di Di Matteo straripa di fascicoli di processi per abusi edilizi e Roberto Tartaglia potrà mettere da parte tutta l’esperienza acquisita con il suo lavoro all’interno del pool ed occuparsi di liti condominiali.

A cosa serve che la trattativa finalmente non sia più ‘presunta” se per falsare lo scenario e intontire l’opinione pubblica sono stati reclutati professori universitari, esimi anche se miseramente trombati alle elezioni, e giornaliste in disarmo famose soltanto per avere avuto la fortuna di intervistare Giovanni Falcone ma che ora si esercitano a fare dire a Falcone quello che non avrebbe mai detto senza paura che lui stesso possa smentirlo? Grazie a loro la trattativa non è più presunta ma ‘necessaria’, anzi ‘giusta e indispensabile.

E allora, a cosa serve più difendere questo processo se le buone indagini che ne sono scaturite dovranno esser affidate a nuovi magistrati che impiegheranno anni per studiare la mole di fascicoli raccolti dal pool mentre tutti i reati andranno inevitabilmente in prescrizione?

Continueremo a difenderlo per arrivare alla fine, ad una sentenza che, come per il processo Mori, ci dica “il fatto non costituisce reato”?

Non costituisce reato non catturare un latitante come Provenzano quando lo si potrebbe catturare, evitando forse altre stragi.

Non costituisce reato avviare una trattativa per salvare la vita di alcuni potenti democristiani che non avevano rispettato le promesse fatte alla mafia anche se ciò significa sacrificare la vita di alcuni fedeli servitori dello Stato, un giudice e 5 poliziotti.

Non costituisce reato che, per accelerare la conclusione di quella trattativa, gli interlocutori dello Stato deviato abbiano compiuto altre stragi sacrificando la vita di altre vittime innocenti a Firenze e a Milano.

Bisogna continuare, bisogna raccogliere le forze e ripartire, ma forse, come ormai nove anni fa, mi sarà necessario ripercorrere le strade che portano a Santiago insieme a mio fratello Paolo, solo lui potrà insegnarmi come continuare il Cammino.

Fonte: 19luglio1992

Redazione

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