«Con grande dispiacere vi informiamo che la mostra di design prevista a Palazzo Comitini dal 4 al 14 ottobre non sarà effettuata, i motivi sono riportati nella lettera inviata al sindaco e alla dirigente il 28 settembre senza avere ricevuto nessuna risposta. Questo ha comportato la disdetta degli invitati di altri Paesi con relativi costi a nostro carico». Il rammarico di Pietro Muratore, presidente di Alab, è evidente dalla stringata nota con la quale comunica ai soci dell’Associazione Liberi Artisti e Artigiani che l’appuntamento atteso presso la sede dell’ex provincia, in via Maqueda, viene annullato a quattro giorni dal previsto avvio. L’auspicio finale, «noi non demordiamo contro l’inefficienza della burocrazia e siamo impegnati a svolgerla nel mese di dicembre», lascia aperti margini per una ripresa dell’iniziativa.
Ma oggi c’è spazio per il rimpianto, espresso comunque in toni garbati dallo stesso Muratore, che a MeridioNews ripercorre la vicenda di Radical Design Revolution – questo il nome dell’evento. «Dopo aver preparato la mostra ai primi di agosto abbiamo cercato dei luoghi idonei, e per questo siamo andati a Palazzo Comitini – racconta – Siamo stati ricevuti da una funzionaria molto in gamba e disponibile. A lei abbiamo presentato il progetto, insieme a tutta la documentazione necessaria. Sembrava essere andato tutto bene, e quindi abbiamo presentato la richiesta per l’utilizzo degli spazi. Poi al Comune abbiamo chiesto il patrocinio, che abbiamo ottenuto quasi subito. Passano altre due settimane ma ancora non otteniamo alcuna risposta. Così sollecitiamo nuovamente la responsabile di Palazzo Comitini, la dottoressa Marianna Mirto, allegando il patrocinio del sindaco e chiedendo un incontro per capire con quali uffici dobbiamo interloquire per l’organizzazione dell’evento».
Una richiesta che sembra più che altro spingere sull’acceleratore, visto che la mostra prevedeva un’esposizione di numerosi manufatti e l’invito di esperti internazionali, con un dibattito sulla sostenibilità e sui modi di vivere. «Anche questa volta però nessuna risposta, così con un’altra socia di Alab siamo andati direttamente a Palazzo Comitini – continua Muratore – Solo il giorno dopo (siamo al 26 settembre … ndr) siamo venuti a conoscenza che la sala era impegnata, che l’ex provincia dava la disponibilità solamente per il 4 e il 5 ottobre, e solo per le conferenze, non consentendo l’esposizione poiché il palazzo non è idoneo a percorsi espositivi». Una possibilità che però snaturerebbe la natura dell’evento, con Alab che si trova costretta ad annullarlo perché, visti i tempi ristretti, diventa impossibile trovare una sede sostitutiva.
Muratore sembra allargare la braccia: «Non chiedevamo neanche soldi, soltanto che si mettesse a disposizione un bene pubblico che d’altra parte è libero per quei giorni – dice ancora il presidente di Alab – Dal 7 ottobre è vero che è prevista l’iniziativa Le vie dei tesori, ma la mostra non intaccava gli spazi delle visite. Era anzi la migliore opportunità di far vedere questi oggetti nell’ambito di una prospettiva comune. Sembra che la burocrazia si metta di traverso, e allora è giusto rendere noto queste vicende. Noi volevamo solo dare alla città un contributo dal punto di vista dell’immagine».
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