Sala d’Ercole paralizzata. E domani i Sindaci di tutti i Comuni siciliani in piazza a Palermo contro il Governo

L’ESECUTIVO DI CROCETTA NON HA ANCORA PRESENTATO LA ‘BOZZA’ DI BILANCIO 2014. IERI L’AULA HA PRESO ATTO DELLE DIMISSIONI IN MASSA DEI DEPUTATI DELLA PRIMA COMMISSIONE LEGISLATIVA

Ieri, nel silenzio generale, Sala d’Ercole ha preso formalmente atto delle dimissioni in massa dei componenti della prima Commissione legislativa (Affari istituzionali). Un fatto politicamente grave che si somma a un fatto politicamente ancora più grave: il blocco del Parlamento siciliano.

Lo scorso Ferragosto l’assessore all’Economia, Luca Bianchi, aveva dato per “imminente” l’invio della ‘bozza’ di Bilancio 2014 all’Ars. Ma, almeno fino a ieri, in Commissione Bilancio e Finanze non era arrivato nulla. Di fatto, l’Assemblea regionale siciliana è paralizzata.

Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, chiuso nel suo ‘fortilizio’ assediato di Palazzo d’Orleans, dice di stare governando bene. Intanto, domani, i Sindaci di tutti i Comuni siciliani si riverseranno nelle vie di Palermo per dire “No” al tentativo del Governo regionale di inglobare oltre 50 Comuni nelle ‘presunte’ aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina. E per dire un altro “No” al tentativo, per ora subdolo, dello stesso Governo, di smantellare tutti i Comuni con meno di 5 mila abitanti.

Con il PD passato all’opposizione i margini di manovra del Governo, a Sala d’Ercole, si sono ristretti. Il presidente Crocetta sta provando ad ingrossare la fila di ‘transfughi’ in un clima di confusione generale. Ma non è detto che la manovra gli riesca.

Governare con PD, Pdl e Movimento 5 Stelle all’opposizione non sarà una passeggiata. 

I deputati dell’Ars che negli ultimi mesi hanno cambiato casacca, passando, armi e bagagli, nel Megafono – il movimento del presidente della Regione, del senatore Giuseppe Lumia e di Confindustria Sicilia – hanno intuito che Matteo Renzi potrebbe diventare il nuovo segretario del Pd e, forse, anche il futuro capo del Governo nazionale. Particolarmente ‘esperti’ nel salto sul ‘carro del vincitore’, i deputati transfughi ormai oscillano tra Megafono e Renzi, dando l’impressione che in renziani, in Sicilia, siano diventati governativi. Sensazione avvalorata dalle ambigue dichiarazioni di Fabrizio Ferrandelli – anche lui straordinariamente abile a cambiare casacca – che sembra ormai diventato il portavoce dei renziani siciliani, perdurando il silenzio di quello che dovrebbe essere il leader di quest’area del PD siciliano, Davide Faraone.

In quest’atmosfera di grande confusione Sala d’Ercole, come già ricordato, è paralizzata. All’Ars, in queste ore, si soffia ne vento.

Ieri, ad esempio, L’Assemblea regionale siciliana, in attesa che il Governo porti nelle Commissioni legislative e documenti finanziari, ha discusso e approvato un paio di mozioni. 1) “Iniziative finalizzate alla dismissione e al recupero dei borghi rurali appartenenti al demanio regionale”. 2) Iniziative atte a modificare l’articolo 13 del decreto legislativo n. 205 del 2010 in materia di trattamento di materiali agricoli o forestali naturali non pericolosi. E ha incardinato il disegno di legge che punta a modificare l’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive”, cioè l’Irsap, ovvero l’Istituto che con la contestata (e forse illegittima) nomina di Alfonso Cicero ha determinato le dimissioni in massa dei parlamentari della prima Commissione.

L‘Aula inoltre ha discusso ed approvato un ordine del giorno per provare a impedire la chiusura dei tribunali di Nicosia, in provincia di Enna, e di Mistretta, in provincia di Messina. 

Dopo di che, lavori rinviati ad oggi. Per fare che? Pareri e comunicazioni varie. E il disegno di legge costituzionale per infarcire lo Statuto siciliano del “ripudio della mafia”.

L’Aula si dovrebbe occupare anche – mediante la discussione e l’eventuale approvazione di alcune mozioni – della modifica dell’attuale Piano di gestione dei rifiuti per la riduzione dei rifiuti indifferenziati in Sicilia; dell’ennesima rimodulazione dei fondi europei (Po Fesr 2007-2013); del rilancio dell’autodromo di Pergusa; della soppressione dell’ente porto di Messina e del rilancio della “Zona Falcata”; degli interventi – finora rimasti solo sulla carta – a sostegno delle piccole e medie imprese siciliane titolari di emittenti televisive locali, per il rafforzamento tecnologico-organizzativo e la transizione al sistema digitale terrestre.

Oggi si dovrebbe parlare anche del ripristino, nel bilancio regionale, del gettito derivante dalle operazioni effettuate in via telematica dalle imprese di revisione riconosciute ed autorizzate ad operare, nel territorio siciliano, dalla competente amministrazione regionale.

 

Redazione

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