Mentre il nuovo governo giallorosso si presenta al Senato per ottenere la fiducia, a Sala delle Lapidi Giusto Catania cerca di rimodulare il modello Palermo per includere anche il Movimento Cinque Stelle. I pentastellati per il momento restano all’opposizione ma aprono uno spiraglio ad accordi su «atti concreti». Le ultime vicende politiche nazionali sono state spunto di riflessione per l’assessore alla Mobilità che oggi su Facebook ha teso una mano agli ex nemici nel suo stile, ricordando luci e ombre del rapporto tra SC e M5s.
Il post di Catania inizia rivendicando la scelta di Sinistra Comune, il primo gruppo consiliare a «a voler costruire un dialogo col Movimento 5 Stelle Palermo. All’inizio di questa nuova consiliatura, nel 2017, mentre i grillini praticavano la linea dell’isolazionismo Sinistra Comune propose e votò Ugo Forello, il loro candidato sindaco, come vice presidente del Consiglio Comunale. Fummo molto criticati per questa apertura di credito, senza chiedere nulla in cambio, ai consiglieri di Cinque Stelle». Per Catania «oggi quella nostra intuizione, dopo mesi di sbandamento alla rincorsa di Salvini, risulta politicamente sensata». Un percorso che ha visto anche momenti di profonda distanza: «In questi due anni – ricorda Catania – non sono mancati gli scontri, anche duri, con i consiglieri del Movimento 5 Stelle che troppo spesso hanno confuso Sala delle Lapidi per un tribunale o per una seduta di psicoterapia». Ma ci sono stati anche momenti di convergenza «sui valori e sui principi che devono governare sempre i processi amministrativi», afferma l’assessore. Infine chiude un post con un auspicio che però mette il dito in una ferita ancora aperta per il Movimento a livello locale: «Credo che la nascita del nuovo governo Conte possa perfino appianare i dissensi interni al gruppo consiliare grillino, che nel frattempo si è lacerato, e consentire una nuova fase della vita politica ed amministrativa della città in grado di guardare con fiducia al 2022.Palermo può essere un laboratorio per costruire un percorso virtuoso imperniato sulla buona politica, sulla legalità e sulla visone di futuro».
Ma il Movimento Cinque Stelle declina l’offerta e resta dove si trova, pur dimostrando di avere fatto tesoro dell’esperienza politica di questi anni. L’opposizione senza se e senza ma del muro contro muro ha infatti lasciato il posto a qualcosa di più di uno spiraglio, come una porta socchiusa. In una nota l’intero gruppo consiliare e i consiglieri di circoscrizione del Movimento Stelle ribadiscono la loro posizione ma lanciano sul tavolo un primo punto da sostenere insieme: «Nel ringraziare l’Assessore Giusto Catania ribadiamo che il Movimento 5 Stelle è e resterà all’opposizione in Consiglio comunale». Per i pentastellati quindi «nessuna alleanza è necessaria al Comune per realizzare cose di buon senso e per lavorare con operosità a favore dei cittadini». Ma l’azione del gruppo qui si fa capace di cogliere le occasioni di dialogo, proprio sullo stesso terreno dell’assessore: «Approfittiamo comunque delle parole che oggi l’assessore Giusto Catania ci ha rivolto – dicono – per ribadire la nostra incondizionata disponibilità a supportare atti concreti come, ad esempio, la revoca immediata del provvedimento che aumenta le ore di sosta a pagamento nelle zone blu. Sarebbe un bel segnale di disponibilità e ascolto delle proposte del Movimento 5 stelle da parte della Giunta ma soprattutto sarebbe un qualcosa di utile per i cittadini».
Ma il commento più duro arriva proprio dalla consigliera comunale ex M5s Giulia Argiroffi: «Ho letto che l’assessore Catania ritiene che sia maturo il tempo per allargare la maggioranza in Consiglio ed al Governo della città. La prima cosa che mi sono chiesta è di quale governo parla visto che in questa città non c’è alcun governo. Alcuni consiglieri l’hanno pure ringraziato. Io credo che non ci sia proprio nulla di cui dovere ringraziare l’assessore». E poi conclude: «Ma si è chiesto quale persona di buonsenso potrebbe pensare di condividere con lui ed il sindaco il disastro di questa amministrazione? Non abbiamo proprio nulla in comune e non voglio averne».
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