Ci sono importanti sviluppi sulla vicenda del mancato funzionamento del depuratore di Santa Maria di Licodia dopo il sopralluogo dell’Arpa Sicilia (Agenzia regionale per la protezione ambientale) in contrada Schettino, avvenuto nei giorni scorsi ed effettuato dopo l’allarme di «avvelenamento delle acque e danni ambientali» lanciato dal Movimento 5 stelle. Era stata la deputata regionale Angela Foti, assieme al candidato sindaco di Paternò del movimento Salvo La Delfa, a fare un primo sopralluogo alla struttura, grazie a una segnalazione dei consiglieri del gruppo La scelta di Santa Maria di Licodia. L’attenzione della deputata, in particolare, si era concentrata nella zona di contrada Spurpi, dove scorre a cielo aperto un torrente composto da acque di fogne miste ad acque di sorgente.
Angela Foti aveva parlato di fiumi di liquami che «vengono sversati sui terreni da decenni, proprio a due passi da abitazioni e attività commerciali a causa del cattivo funzionamento del depuratore». La deputata ha scritto una nuova lettera inviata al sindaco di Santa Maria di Licodia, Salvatore Mastroianni, all’Arpa Sicilia, all’Azienda sanitaria provinciale (dipartimento di prevenzione area di Igiene e Sanità), e al distretto sanitario di Adrano. Foti ha chiesto azioni di coordinamento e interventi urgenti per eliminare il rischio sanitario e ha spiegato che, smentendo in parte quanto affermato da Gaetano Giuffrida, responsabile dell’Ufficio tecnico comunale di Santa Maria di Licodia «per spostare l’attuale punto di scarico del depuratore occorre l’autorizzazione del Dipartimento regionale acque e rifiuti regionale», quest’ultima però potrà essere rilasciata «solo nel momento in cui l’ente locale presenterà il progetto esecutivo approvato e aggiudicato che precede l’inizio dei lavori di potenziamento e adeguamento dell’impianto di depurazione a quanto richiesto dalla normativa vigente».
«Nel caso di specie – ha continuato Foti – trattandosi di un prolungamento dell’attuale condotta, fino ad oltrepassare il sottopasso della statale 121 al fine di mitigare i disagi ai residenti in contrada Schettino e alle attività produttive insistenti, non è né possibile richiedere una autorizzazione provvisoria». E aggiunge che, secondo quanto riferitole dagli uffici, «non è competenza dell’amministrazione regionale autorizzare un semplice prolungamento per un impianto di depurazione che da decenni non è conforme alle prescrizioni di legge». La parlamentare grillina ha inoltre specificato che da febbraio scorso sarebbe ancora attivo l’iter per «l’affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva del potenziamento ed adeguamento dell’impianto di depurazione delle acque reflue del Comune di Santa Maria di Licodia».
«In conclusione dunque non risulta condizione di impedimento ai lavori di mitigazione del disagio dei reflui non depurati dell’impianto esistente, il mancato rilascio di una autorizzazione provvisoria allo scarico che invece deve essere ottenuta, come detto, per finalità completamente differenti». Per questi motivi Foti invita infine le autorità a riunirsi urgentemente per «definire celermente una soluzione ai gravi disagi visto anche che, come affermato dal responsabile dell’ASP 3, è persistente un problema di carattere igienico sanitario e di salute pubblica» e suggerisce, contemporaneamente, come soluzione temporanea «lo spostamento del punto di recapito dei reflui mediante un prolungamento della condotta».
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