Nella zona, secondo la volontaria, non sono presenti branchi di randagi. E non ci sono ipotesi su chi possa essere stato l’autore «di questa crudeltà». Nel tardo pomeriggio di oggi sono arrivati sul luogo del ritrovamento sia i carabinieri della stazione licodiese – che si occuperanno delle indagini per individuare i responsabili -, sia gli agenti della polizia municipale, che hanno provveduto a recuperare la carcassa che sarò poi affidata a una ditta specializzata. «Non sono a conoscenza del fatto – dice a MeridioNews il sindaco di Santa Maria di Licodia Salvatore Mastroianni – Permettetemi di confrontarmi con le forze dell’ordine per avere conoscenza nel dettagli dell’accaduto. Si tratta di un’azione gratuita e immotivata».
Qualche settimana fa, sempre nel Comune etneo, sono stati trovati morti due cani randagi in via Orazio Longo. In quel caso si era parlato di avvelenamento, ma i vigili urbani non avevano trovato elementi oggettivi per suffragare questa ipotesi. L’episodio di Santa Maria di Licodia richiama alla mente un altro caso di impiccagione di un cane: era il 18 gennaio e il Comune era quello di Paternò. Sul ponte di contrada Pietralunga, il cavalcavia che attraversa il fiume Simeto, era stato trovato impiccato un cucciolo di randagio di quattro, cinque mesi. L’animale era di taglia media e di colore nero. I vigili urbani di Paternò avevano aperto un fascicolo contro ignoti.
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