La porta aperta, i cassetti spalancati, i manifesti elettorali calpestati per terra. È lo scenario che si è trovato davanti Giuseppe Catalano, consigliere comunale di Catania in quota Articolo 4, quando è entrato nella sua segretaria politica di via Girolamo Gravina, nel quartiere di San Giovanni Galermo. «Mi ha chiamato la vicina, che è una mia amica e gestisce un’agenzia di assicurazioni – racconta Catalano – Io sono arrivato appena sono riuscito a liberarmi, poco dopo le 19.30 di oggi». Quando ce l’ha fatta, però, si è trovato davanti una scena simile a quella che aveva visto già quattro anni fa, da presidente della circoscrizione. «Avevano fatto la stessa cosa: erano entrati e mi avevano scassato tutto. Ma anche quella volta non avevano portato via niente e volevano solo danneggiarmi».
I computer sono rimasti al loro posto, così come i fascicoli sulla scrivania e dentro ai cassetti. «Hanno rotto una targa a cui tenevo molto e mi hanno messo un po’ a soqquadro ogni mobile: penso che cercassero soldi. Non ne hanno trovati e, per la fretta, hanno buttato tutto all’aria». Il fatto, però, potrebbe non essere avvenuto oggi. «Francamente ne dubito – spiega il consigliere – c’erano delle impronte di scarpe su alcuni fogli per terra, e non erano bagnate. Oggi, invece, ha piovuto tutto il giorno. Forse sono entrati giorni fa». L’ultima volta che lui aveva messo piede in quell’ufficio era stato lunedì pomeriggio, «per il ricevimento dei cittadini». Poi martedì e stamattina era stato impegnato in due sedute del consiglio comunale.
«La via in cui lavoro è molto trafficata, non ci sono banche né negozi. Ci sono solo case di persone, per questo non ho mai pensato di mettere le telecamere di videosorveglianza», dice. E anche perché in segreteria non tiene oggetti di valore. «Quello che è strano è che alla porta non ci fossero segni di effrazioni e che non abbiano rubato proprio nulla. Non voglio fare la vittima o l’eroe, non penso che si sia trattato di una minaccia. Secondo me è stato solo uno dei tanti atti di inciviltà che avvengono a Catania ogni giorno, di questi tempi». Indirizzato contro un amministratore piuttosto che contro un semplice cittadino. «Mi sembra una cosa legata alla microcriminalità – precisa – Non posso neanche quantificare i danni in termini economici perché sono davvero pochi».
Lui, però, non andrà dalle forze dell’ordine a fare alcuna denuncia. «Quando mi hanno distrutto la segreteria quattro anni fa sono andato dai carabinieri, e la denuncia non ha portato a niente», commenta il consigliere. «Non è una mancanza di fiducia nelle istituzioni – precisa – è che non voglio fare perdere tempo a nessuno. Non mi hanno rubato nulla». Né ci sono immagini da usare come prove o testimoni. «Io non penso che sia stato un atto criminale contro di me – conclude – Ho fatto un miliardo di segnalazioni di tutti i generi, perché il territorio sta attraversando un periodo molto complicato. Ma non me la sento di imputare quello che è successo alla mia attività politica. Magari altri lo farebbero, a me non importa».
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