S. G. Galermo: blitz antidroga, 26 arresti «In una mano il bambino, nell’altra la dose»

«Agivano come in un drive food, ma le ordinazioni erano di marijuana o cocaina. Il tutto tenendo in una mano il bambino, nell’altra la dose di droga». Ci sono le donne al vertice dell’associazione dedita alla detenzione e allo spaccio di stupefacenti nel quartiere di San Giovanni Galermo che i Carabinieri hanno smantellato con l’operazione denominata Camaleonte. Gli uomini della compagnia di Fontanarossa hanno eseguito 26 ordinanze restrittive: 17 in carcere, sette agli arresti domiciliari e due con obbligo di firma. Ma gli indagati in totale sono 33. Un intero nucleo familiare teneva le redini dell’associazione che, al momento, non viene associata a nessun clan di Cosa Nostra. Il padre, Giovanni Ventaloro, 47 anni, il figlio, Giuseppe Ventaloro, 28, e la madre, Graziella Fiamingo, 46, che rivestiva un ruolo di spicco. Come lei, altre quattro donne. «Il loro fondamentale contributo è la particolarità di questa vicenda – sottolinea il magistrato Valentina Sincero -, tenevano i rapporti con i fornitori e con i venditori al dettaglio, mettevano le case a disposizione per nascondere la droga».

Il centro di questa piazza dello spaccio è ancora una volta via Capo Passero, già teatro dell’operazione antodroga dello scorso 14 gennaio, quando furono arrestati 50 soggetti vicini alla famiglia dei Nizza, legata al clan Santapaola-Ercolano. «Un intero quartiere asservito a un gruppo criminale», avevano spiegato in quel caso gli inquirenti. Stavolta il mercato illecito si svolgeva al civico 33, a qualche decina di metri di distanza dal precedente blitz. Eppure – sottolineano i carabinieri – «non sono emersi contatti tra le due organizzazioni». L’attività rendeva all’associazione tra 10 e 15mila euro quotidianamente. Proventi che permettevano di pagare il singolo spacciatore anche fino a 150 euro al giorno. Dalle intercettazioni e dalle immagini registrate dai carabinieri emerge un contesto di forte degrado sociale. «In una registrazione – descrive il comandante Alessandro Casarsa – è visibile una donna al balcone che riceve l’ordinazione, prende la droga che tiene in casa e la lancia allo spacciatore. Un po’ come nei drive food, ma il tutto continuando a tenere il figlio in braccio». In un’altra sequenza video un bambino gioca col triciclo in mezzo alla strada, mentre il padre, a pochi passi da lui, continua la sua attività di spaccio. Minori di cui adesso la Procura sta cercando di occuparsi.

«Non è giusto dire che le donne sono diventate più criminali degli uomini – commenta Casarsa – è un’equiparazione di genere che in altri contesti tarda ad arrivare, mentre in questo caso era già attiva». Le figure femminili di maggiore rilievo nell’organizzazione sono Carmela Leone, 45 anni, e Graziella Fiamingo. Secondo gli investigatori la prima custodiva in casa le sostanze stupefacenti, ma aveva un ruolo paritario a quello di Ventolaro, considerato il capo. Mentre la seconda esercitava una funzione di comando sugli spacciatori, distribuendo gli stipendi, dando ordini e rimproverandoli duramente se sceglievano postazioni troppo visibili, ad esempio.

Le indagini, non ancora concluse, si sono protratte dal febbraio a luglio del 2013. Durante questi mesi sono stati arrestati in flagranza di reato 25 soggetti e sono stati sequestrati tre chili e 200 grammi di marijuana, 58 grammi di cocaina e due automobili usate per il trasporto della droga. Apprezzamento per l’operazione arriva da Confesercenti e dal sindaco Enzo Bianco. «Oggi lo Stato schiera a Catania una squadra compatta e determinata – sottolinea il primo cittadino – con uomini di altissimo livello che stanno ottenendo risultati eccezionali nella lotta alla criminalità organizzata. Negli ultimi tempi sono state arrestate 175 persone e interi quartieri sono stati liberati da presenze arroganti e da attività criminali insopportabili».

Salvo Catalano

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