S.Cristoforo, coppia nigeriana picchiata da gruppo Carabinieri: «Lite tra vicini, nulla di preoccupante»

Una coppia di coniugi nigeriani entrambi di circa trent’anni, lunedì notte, è stata picchiata a sangue da un gruppo di residenti in via Belfiore, nel cuore del quartiere storico di San Cristoforo. La coppia, in affitto in un appartamento, a quanto pare avrebbe avuto dei diverbi con il vicinato e, per questo motivo, sarebbe stata presa di mira da circa dieci persone che avrebbero prima accerchiato i due africani per poi malmenarli. Il pestaggio si sarebbe interrotto soltanto grazie all’arrivo di una gazzella dei carabinieri che, attirati da un’ambulanza, è giunta all’interno dell’abitazione dove si stava consumando la violenza. Alla vista delle forze dell’ordine, tuttavia, gli aggressori si sarebbero dileguati in breve tempo, lasciando entrambe le vittime per terra.

«Quando sono arrivati qui l’uomo provava a dire qualcosa, a spiegare i motivi di quanto accaduto, ma la moglie gli diceva di stare zitto, di non dire nulla – raccontano dall’ospedale Vittorio Emanuele di Catania, dove la coppia è stata condotta dagli uomini dell’Arma – provavano a parlare in inglese ma non sapevano neanche bene la lingua. Non avevano nulla di rotto, entrambi però presentavano diverse ecchimosi su tutto il corpo e la donna anche profondi graffi sul collo». Per questo motivo, vista la lieve entità delle ferite, i sanitari hanno assegnato ad entrambi una prognosi di pochi giorni

A spiegare ulteriormente i dettagli della vicenda è anche il maggiore Massimo Deiana, comandante della compagnia di piazza Dante, i cui agenti sono intervenuti per riportare la situazione alla normalità. «Si è trattato di una lite dovuta a motivi di vicinato – spiega il militare a MeridioNews – nulla di particolarmente violento, infatti l’intervento del personale medico è stato quasi irrisorio». «Pare che i figli della coppia facessero particolare chiasso per strada e questo abbia provocato la rabbia degli abitanti della zona. Noi siamo intervenuti perché quel quartiere, come immaginabile, è particolarmente sensibile – ha aggiunto infine l’ufficiale – ma voglio chiarire che non abbiamo avuto il sentore che le motivazioni potessero essere legate a motivi razziali». 

Mattia S. Gangi

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