Ruth, ennesimo cane massacrato tra paradossi e indignazione Partinico chiede giustizia: «Non si può rimanere in silenzio»

Da un lato c’è un ragazzo che avrebbe immortalato l’anziano vicino intento a torturare una cagnolina randagia, attirata con l’inganno in quel terreno. Dall’altro, lo stesso anziano che giura d’essere stato incastrato di proposito, che quel cane legato col fil di ferro lo ha trovato anche lui già in quelle condizioni nel suo appezzamento e che quelle foto mostrerebbero solo il suo tentativo di trascinarla fuori. Nel mezzo di queste due distinte versioni della stessa scena c’è lei, Ruth, massacrata fino a morire, diverse ore dopo. A nulla sono valsi, purtroppo, i tentativi disperati per salvarla. E adesso rimane l’incognita sulle dinamiche che hanno portato alla sua morte, sulle quali stanno indagando i carabinieri. «Ci sono accertamenti ancora in corso», spiegano. Mentre la voglia di giustizia non solo da parte di animalisti e volontari, ma dei residenti in primis di Partinico, la cui indignazione monta di giorno in giorno. 

Ma non ci sono solo violenza e sgomento. Questa è una storia fatta soprattutto di paradossi. Uno fra tutti, il mancato intervento delle forze dell’ordine, che sarebbero state avvisate appena ritrovato il cane in quelle condizioni, ma che tuttavia non si sarebbero fatte vive. Le stesse che hanno raccolto la denuncia del ragazzo che ha trovato Ruth, dopo aver sentito i suoi lamenti. Un altro paradosso che incombe sull’intera vicenda è quello per cui, secondo qualcuno, questo non sarebbe il primo caso. Esistono altre Ruth, altri cani ritrovati uccisi in quelle condizioni, a volte anche peggiori. Se era già successo, perché nessuno ha indagato? Perché si è dovuti arrivare all’ennesimo caso, alle foto, alla gogna mediatica? Intanto, giovedì 12 settembre Salvo Libero Barone, uno dei volontari che ha cercato di salvare la cagnolina, si è preoccupato di portare personalmente i suoi resti all’istituto zooprofilattico di Palermo, chiedendo di eseguire l’esame autoptico. Fra 20 giorni dovrebbe arrivare il responso.

«In un Paese civile queste cose non dovrebbero accadere. In un Paese civile questo esame dovrebbe essere richiesto dall’Asl, dal sindaco o dalle forze dell’ordine – scrive il volontario sui social -. Peccato che l’Asl ha omesso di intervenire sin da subito e verrà denunciata. Peccato che il sindaco non esiste, visto che il Comune di Partinico è commissariato. Ho provato a contattare il commissario (l’ex colonnello della gdf Rosario Arena…ndr), ma invano. Peccato che le forze dell’ordine non erano a conoscenza di “questa prassi”. E dunque l’ho fatto io, tramite ovviamente la richiesta formalizzata dalla clinica», alludendo alla clinica Primavera dove era stata portata la cagnolina. «In buona sostanza – prosegue -, ho infranto la legge, visto che Ruth è fra le altre cose il corpo di un reato: maltrattamento e uccisione di animale, in particolare».

È sempre lui che, ancora una volta sfruttando lo spazio pubblico offerto dai social, decide di fare una serie di precisazioni importantissime riguardo a questa drammatica vicenda. Nel tentativo soprattutto di fugare i dubbi e di spegnere i sospetti avanzati da chi avrebbe distorto quanto successo. Il primo chiarimento riguarda chi ha trovato la povera Ruth agonizzante, che non era il proprietario della cagnolina, ma solo un uomo che si era preso cura di lei quando l’aveva incrociata. Dai carabinieri a fare la denuncia ci sarebbero andati insieme, lui e Salvo Libero Barone. Mostrando proprio quelle foto scattate appena trovata Ruth, immortalando quanto stava succedendo e di fatto salvando la cagnolina. «Dinanzi ad un’intera collettività silente e che normalmente volta la faccia, un ragazzo che ha fatto quel che ha fatto va in qualche modo apprezzato, nella misura in cui oggi abbiamo un volto, un nome, un orco identificato, almeno nell’aspetto», osserva il volontario.

«Pensate inoltre sia un episodio isolato? Neanche per sogno – scrive ancora -. Far passare il “fotografo” più mostro del mostro reale è ingiusto e deprimente». Intanto il cane viene portato da un veterinario di Partinico, che fa alcune lastre, ma in mancanza delle attrezzature necessarie in ambulatorio per fare ulteriori accertamenti, Ruth deve essere spostata. Vengono chiamate le forze dell’ordine, che però dichiareranno di non avere pattuglie a disposizione. Intanto la cagnolina sta male. dopo ore senza le adeguate cure, Salvo Libero Barone la carica sulla propria auto, che la porta nella clinica veterinaria Primavera di Palermo, dove vengono eseguiti esami, ecografie, lastre e accertamenti per i quali i volontari non hanno, allora come oggi, chiesto mai un aiuto per sostenere queste spese. «Ruth sembra voler reagire, alza la testa per la prima volta dopo ore, ma un polmone collassa definitivamente e va in arresto cardiaco», scrive ancora. «Non sono video e foto a dover indignare, quanto ciò che sta dietro: violenza, ignoranza, cattiveria, ferocia».

Intanto, le associazioni del territorio siciliano hanno deciso di accogliere la richiesta di tutti quei partinicesi che chiedono adesso giustizia per Ruth, organizzando un corteo per sabato 21 settembre. Si partirà alle 15.30 da piazza San Gregorio Magno e da lì sfileranno per le strade principali. Ad aderire sono: Ugda (Ufficio Garante Diritti Animali), Oipa (Organizzazione Italiana Protezione Animali), Caas (Confederazione Associazioni Animaliste Sicilia), Lida (Lega Italiana Diritti Animali), Zampe siciliane, Uada Palermo (Un Atto D’Amore Onlus), Animanimalista, Gli amici del Chow Chow, Leon’s Garden, I Canuzzi di Marzia e Maria, Felici nella coda, Leal, Amz (Un’anima mille zampe Alcamo) e Animalisti italiani.

Il giorno della manifestazione verrà indossata anche una maglietta con un logo, su suggerimento di una signora di Milano che, venuta a conoscenza di questa drammatica storia, ha consigliato l’idea: non potendo venire in Sicilia per partecipare, le basterà indossare una maglietta per essere comunque vicina all’evento. Mentre inizia a circolare anche un’altra importante idea, quella di creare un fondo pubblico a nome Ruth destinato alla creazione di un centro di emergenza di primo soccorso a Partinico. «Anziché far spendere fior di euro a tanta gente che vorrebbe partire da Milano, Roma, Bologna per partecipare alle manifestazioni giù senza che poi resti nulla di concreto, abbiamo pensato a questo – spiega Nicola Chiarappa della Leon’s Garden -. La Creval e il Credito Siciliano, che sono consociate, hanno già confermato che sono disponibili per divulgare questa cosa, in modo che ai volontari di Partinico venga dato un aiuto concreto, così resterà una cosa tangibile lì, a cominciare dal Comune che è disastrato».

Silvia Buffa

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