Run, Messina, run

In concomitanza con la Festa della Liberazione, nella mattina del 25 aprile, a Messina si è corsa la terza edizione della maratona cittadina. Alla maratona internazionale “Antonello da Messina” si sono aggiunte la mezza maratona “Eufemio da Messina” e la stracittadina “Shakespeare Run”, nonché una corsa (a scopo benefico) di 3 chilometri aperta a tutti, compresi cani al guinzaglio.
Giunta alla sua terza edizione, Messina Marathon sembra aver acquisito una certa credibilità; e così a girare per il Marathon Village, allestito per l’occasione nella centrale piazza Cairoli, si può trovare un folto numero di stranieri in cerca dello zainetto e della t-shirt offerti dall’organizzazione.
Gentilissimi ed estremamente cortesi, tutti gli atleti, in particolare tedeschi ed olandesi, si sforzano di parlare in italiano e, ovviamente, non ce n’è uno che non sia in grado di sostenere una più che decente conversazione in inglese. Queste cose fanno sempre rabbrividire uno studente di lingue, ma sentirsi dire da un austriaco che il tuo tedesco è ottimo per essere solo al secondo anno di studio, non ha prezzo. Peccato che gli anni non sono due bensì cinque, ma una piccola bugia non fa mai male.

Certo, le vere star, atleti africani di grande talento, avrebbero bisogno di un interprete: l’amarico (lingua ufficiale etiope) non è accessibile a tutti. Eppure l’ingegno siciliano può questo ed altro. Un simpatico vecchietto, con il suo «veni, veni chi ti dugnu cacchi cosa i ‘mbiviri»  riesce a farsi capire da tutti.
Ma parlando di star, la celebrità più attesa è di certo Mariagrazia Cucinotta, accolta da una folla scalciante. La bella attrice, madrina della manifestazione e messinese naturalizzata romana, viene prontamente circondata da genitori impazziti che non desiderano altro che una foto insieme ai loro bimbi, il più delle volte ignari dell’identità di quella spilungona tutta sorrisi.
Ma aldilà dei sensazionalismi, tutto sembra procedere per il meglio. Qualche intoppo, magari qualche ritardo o imprecisione, problemi sul percorso e atleti dispersi (siamo sempre italiani, no?) possono scoraggiare i membri dello staff, però, a fine giornata, i complimenti di un tedesco per l’ottima organizzazione, anche se dettati dalla gentilezza, beh, sono soddisfazioni!

Nel frattempo si corre per oltre 42km con vista sullo Stretto, e se i grandi atleti di certo non si curano del panorama, una simpatica coppia di tedeschi si fa notare per le pause-foto nei punti di maggiore interesse: arrivano ultimi, ma con originalità. Non mancano i fan club improvvisati, né, di certo, degli atleti un po’ sui generis: da chi indossa tute fucsia a chi si fa accompagnare al traguardo da tutta la famiglia.
Non si smentiscono, invece, i favoriti: con tempi invidiabili, seppur non da record, si classificano il marocchino Hichan El Barouki, primo posto, e a seguire il keniota Paul Kanda e l’etiope Masresha Haile Fekele. Questi nomi di certo diranno ben poco a chi non si intende di podistica, ma i messinesi che si aggiravano per il Marathon Village hanno potuto fare la conoscenza di chi li porta.
 
Se vi fosse capitato di passeggiare con uno degli atleti di colore, avreste notato, divertiti, che i passanti scambiavano sistematicamente più o meno tutti i corridori africani per il vincitore della scorsa edizione, anch’egli di colore. Piccoli esempi di quel razzismo involontario e fondamentalmente innocuo che ci colpisce un po’ tutti, come l’influenza. Ed ecco che mentre per gli altri atleti il lei era d’obbligo, per loro si passava istintivamente al tu. O, ancora, che al momento di pranzare, il rifiuto di mangiare carne era visto necessariamente come un problema di ordine religioso, generando risposte del tipo «ma vedi che questo non è maiale!». Insomma, gli atleti internazionali erano pronti per Messina, ma forse Messina non lo era per loro.

Forse non lo sarà mai del tutto, eppure gli obiettivi della manifestazione, proclamata evento sportivo per la pace, sono stati raggiunti: grazie alla corsa non competitiva sono stati raccolti dei fondi per il comitato “Salviamo Giampilieri” e per diverse onlus.
La risposta della cittadinanza è stata ottima, nonostante la giornata di scampagnate, e per un giorno Messina non è stata solo tappa di crociera, ma un punto di riferimento per tanti sportivi e semplici amatori, magari venuti in Sicilia per una vacanza all’insegna dello sport, oltre che del relax.

Francesca Anelli

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