Rubato defibrillatore di piazza Europa donato da Sidra «Un atto vandalico che si ripercuote su tutta la città»

Poco più di cinque giorni. Ecco quanto è durato il defibrillatore che Sidra, società che si occupa di gestione idrica, aveva donato alla città di Catania. Lo scorso 16 luglio il dispositivo era stato installato a piazza Europa, all’inizio della pista ciclabile, messo a disposizione dei tanti che praticano attività sportive nella zona. Oggi, però, il defibrillatore non c’era più. «Abbiamo appreso la notizia stamattina – afferma Marco Navarria a MeridioNews – Valuteremo insieme al Comune se sporgere una querela contro ignoti e stiamo cercando di capire se ci sono telecamere che abbiano potuto individuare gli autori». Navarria è uno dei componenti del Consiglio di amministrazione della società. Che adesso valuta una prossima reinstallazione. 

«Rubare un defibrillatore non può considerarsi altro che un atto vandalico – continua Navarria – Dubito che se senza l’apposito collegamento possa essere riutilizzato. Un atto vandalico che, però, va a discapito di tutta la città: noi ci auguriamo che non possa essere utilizzato, ma il dispositivo è stato messo nel caso in cui qualcuno abbia bisogno di rianimazione. Quello è un punto strategico, proprio perché molto frequentato». Proprio domani si riunirà il Consiglio di amministrazione. «Discuteremo anche di questo – sottolinea – Pensiamo di installare un nuovo dispositivo perché bisogna dare il segnale che la città non può essere privata di un bene fondamentale come questo per colpa di qualche delinquente: la maggior parte dei catanesi non è così. Faremo in modo che la prossima installazione abbia un sistema di videosorveglianza, così da scongiurare casi del genere».

Sidra ha donato all’amministrazione anche altri due defibrillatori, che sono stati collocati rispettivamente in piazza Mancini Battaglia e in piazza Nettuno. «Finora non era mai successo per gli altri due che avevamo donato – conclude Navarria – Ma ho appreso che qualche giorno fa è stato rubato anche quello messo in piazza Teatro Massimo, che però non è stato donato da noi. Quindi non escludo che la mano del furto di oggi possa essere la stessa».

Carmelo Lombardo

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