IN OLTRE 50 ANNI QUESTO STRUMENTO PARLAMENTARE HA DIMOSTRATO DI NON SERVERE A NULLA
La stupidità del dibattito ‘politico’ – che di politico non ha niente – è incentrato oggi sulla presidenza dell’onorevole Rosy Bindi della Commissione parlamentare Antimafia.
La disputa tra le componenti parlamentari è sulla scelta di quel nominativo per quell’incarico. Non abbiamo sentito alcun accenno al ruolo della Commissione, agli obiettivi che la stessa dovrebbe ottenere, né sulle scadenze che un tale organismo speciale dovrebbe avere davanti a sé per conseguire il risultato finale della sconfitta definitiva del criminale fenomeno malavitoso a ramificazione internazionale.
Ci permettiamo di ricordare che la commissione parlamentare Antimafia ha già celebrato il suo mezzo secolo di esistenza e che in coincidenza del suo ciclo vitale il fenomeno mafioso – in parallelo con i lavori della Commissione parlamentare – è diventato sempre più grande e sempre più potente sino a raggiungere dimensione internazionale e una ramificazione capillare, penetrando tutti i livelli del potere istituzionale nazionale ed europeo, nonché tutti gli ambienti finanziari ed affaristici italiani, europei e più in generale, globali.
Si vedano a questo proposito sia le indagini giudiziarie sul patto Stato-mafia; si veda anche la vicenda del Banco Ambrosiano e l’Istituto delle Opere religiose, lo Ior; si veda ancora il numero interminabile di Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose (recentemente anche nella puritana Lombardia), così come il grande mercato ortofrutticolo di Fondi; si vedano le connessioni con la mafia siculo-americana, come ha accertato a suo tempo il magistrato Giovanni Falcone che ha pagato con la vita per avere provato a smascherare questi traffici finanziari verificati seguendo la via del denaro. E l’elenco potrebbe continuare, purtroppo, a lungo.
Di tutte queste connessioni le indagini delle commissioni parlamentari Antimafia susseguitesi in oltre cinquantanni, legislatura dopo legislatura, non sono venute a capo di niente. Tanto che per trovare le uniche misure concrete adottate dal Parlamento a seguito dello studio del fenomeno svolto dalle varie commissioni che negli anni si sono succedute, dobbiamo risalire all’unico provvedimento prodotto dall’iniziativa parlamentare voluta dal non dimenticato ed indimenticabile deputato comunista onorevole Pio La Torre.
Dopo di che il buio totale, compresa l’ultima relazione della commissione presieduta dall’onorevole Beppe Pisanu (nella foto a destra tratta da scirocconew.it). Questi, infatti, a proposito della querelle relativa alla trattativa Stato-mafia, ha concluso che questa trattativa non vi cè stata, ma c’è stata soltanto l’iniziativa ‘autonoma’ di alcuni funzionari, i quali, ad personam, hanno avuto qualche contatto indiretto con ambienti mafiosi con l’intento ‘generoso’ di evitare il procedere dell’operazione stragista. Ma tutto è finito lì.
Purtroppo, nella sua relazione finale il presidente Pisanu ha dimenticato di indicare quali misure lo Stato avrebbe dovuto prendere nei riguardi di quei funzionari per i gravi danni di immagine e di credibilità che hanno arrecato allo Stato italiano con il loro ‘generoso’ comportamento.
Ebbene, di tutto ciò non troviamo traccia nel dibattito relativo alla commissione Antimafia di questa legislatura. Secondo l’opinione di chi scrive, sarebbe cosa saggia e giusta che, piuttosto che litigare sulla presidenza dell’onorevole Rosy Bindi, qualche gruppo parlamentare apprestasse un disegno di legge finalizzato alla soppressione definitiva della commissione parlamentare Antimafia, tanto per i risultati che negli anni ha conseguito ci appare un organismo totalmente inutile.
Foto di prima pagina tratta da ilfattoquotidiano.it
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