Rosario Crocetta e il suo ‘sistema di potere’: i parallelismi con la Dc siciliana degli anni ‘70

IN COMUNE HANNO IL SENSO DI ONNIPOTENZA. “LO STATO E’ CON NOI” DICEVANO I DEMOCRISTIANI DI ALLORA. IN PARTE AVEVANO RAGIONE PERCHE’ LO ‘STATO’ ERANO LORO. E OGGI? OGGI…

Chi è, in realtà, Rosario Crocetta? Ce lo siamo chiesti nell’estate del 2012, quando gli ex democristiani dell’Udc lo hanno candidato alla presidenza della Regione siciliana. Era stato Sindaco di Gela. Dove ne aveva combinate di tutti i colori. Ma faceva tutto nel nome dell’antimafia, con accanto strani personaggi dello Stato: di quello Stato che in Italia è sempre pieno di ombre.

Non eravamo molto convinti del signor Crocetta. Ma alla fine è stato eletto, anche se in modo rocambolesco. Con Gianfranco Miccichè che si candida per indebolire Nello Musumeci. Con l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che dice di appoggiare Miccichè, ma che invece, sottobanco, dà candidati e voti a Crocetta. Perfino il sistema di potere catanese di Giuseppe Firrarello – democristiano anche lui, come quelli dell’Udc, dai quali oggi è ‘garantito’ in questo Governo regionale – sempre sottobanco, lo sostiene.

Con tutto questo, Crocetta rischiava di non vincere lo stesso. La candidatura di Claudio Fava stava, infatti, prendendo piede. Avrebbe vinto? Non lo sappiamo. Di certo avrebbe preso un sacco di voti. E ne avrebbe presi meno, molto meno Crocetta.

L’unico dato sicuro è che, a un certo punto, Claudio Fava, con un cavillo (che fa sorridere rispetto agli illeciti amministratiti compiuti in questi mesi dalla Giunta Crocetta) viene messo fuori gioco.

Miccichè, Lombardo, Firrarello e, in ultimo, il siluramento della candidatura di Claudio Fava: tutte mosse che sembrano perfettamente in linea con l’Italia dei misteri. Ancora più misterioso, se non inquietante, l’atteggiamento dell’ex presidente Lombardo, che dopo l’elezione di Crocetta sbotta e dice: “Mai più con la sinistra?”. Lo tenevano ‘prigioniero’? (interessante, anche, la domanda: ma Lombardo cosa ha guadagnato con tutto l’ambaradan che ha combinato in quattro disastrosi anni di Governo, se oggi è comunque sotto processo per mafia? ma questa è un’altra storia).

Di Crocetta ricordiamo la sua campagna elettorale. Il suo impegno contro il Muos di Niscemi. E il suo impegno per l’acqua pubblica. Dieci mesi dopo, da presidente della Regione, il Muos è diventato “uno strumento di pace” (dichiarazione resa a La Voce di New York), mentre gli americani sono “amici” che nel 1943 avrebbero “liberato la Sicilia” (insieme con il capo dei capi della mafia americana e siciliana, Lucky Luciano: ma questo Crocetta non lo sa).

E l’acqua pubblica? Fine anche di questa promessa. ‘Nuovi impegni’ hanno convinto il presidente della Regione che è meglio lasciarla nelle mani dei privati. Anche se la popolazione siciliana – come in questi giorni ad Agrigento e a Sciacca – i privati che gestiscono l’acqua li vuole mandare via.

Però non bisogna ricordare queste cose a “Rosario”. Perché i suoi tirapiedi e sodali – o ‘soci’ – ribattono che chi attacca Crocetta attacca un uomo che si batte contro la mafia. Una mafia che, a quanto pare, dovrebbe essere contro il Muos e a favore dell’acqua pubblica…

Di mistificazione in mistificazione, va detto che l’unica nota positiva della Giunta Crocetta è la dura presa di posizione dell’assessore Nicolò Marino contro il business delle discariche gestito da uno degli uomini di punta di Confindustria Sicilia: Giuseppa Catanzaro, vice presidente regionale di questa organizzazione imprenditoriale che in Italia si occuperà di impresa, ma che in Sicilia si occupa e si preoccupa di cose strane.

Marino non ha risparmiato critiche a Catanzaro e al sistema di potere (e non soltanto di potere) che rappresenta. Ci si sarebbe aspettati una presa di posizione del presidente in difesa del suo assessore. Invece questa presa di posizione non c’è stata. Siamo proprio curiosi di vedere come finirà questa storia delle discariche.

Di mistificazione in mistificazione, la Sicilia sta sprofondando. Le scuole senza personale addetto alla pulizia dei locali, con pochi docenti e con aule superaffollate (a Modica, al Liceo musicale, c’è una prima classe con oltre 40 studenti!). Le Province (che non sono state abolite!) nel caos. I Comuni in rivolta. I forestali sul piede di guerra. La formazione professionale – con in testa gli addetti agli Sportelli multifunzionali – pronta allo scontro sociale. I lavori pubblici bloccati. Interi settori della pubblica amministrazione regionale senza soldi: senza soldi per questi ultimi mesi dell’anno e, soprattutto, senza soldi per il prossimo anno. Per non parlare della sanità pubblica in grande affanno, i beni culturali abbandonati, il turismo allo sbando, l’industria scomparsa, l’agricoltura alla frutta, circa 80 mila precari che a dicembre andranno a casa e via continuando.

In questo scenario da imminente guerriglia sociale, il governatore dice che la sua Giunta è la migliore di tutte le Giunte…

Il presidente, così come ha cambiato il programma di governo in barba agli elettori che lo hanno votato (abbiamo già detto su acqua e Muos), adesso sta cambiando anche gli alleati. Non a caso, all’Ars, ha già fatto il pieno di gente che ha cambiato casacca…

E il PD? Il Partito Democratico non gli piace più. O meglio, gli piace fino a quando ci sono due o tre assessori di ‘area PD’ che lui, il senatore Giuseppe Lumia e Confindustria Sicilia controllano. Ma quando il PD decide di entrare al Governo con propri rappresentanti, a Crocetta il PD non gli va più a genio.

Come certi democristiani che abbiamo visto in azione in Sicilia negli anni ’70 del secolo passato, Crocetta, Lumia e Confindustria Sicilia il potere lo vogliono tutto. Il paragone con la Dc siciliana degli anni ’70 non è casuale. Per tanti motivi. Non ultimi per certi ‘rapporti’ con personaggi dello Stato che, allora come oggi, compaiono e scompaiono in controluce.

Negli anni ’70, nell’amministrazione della cosa pubblica, i democristiani facevano il bello e il cattivo tempo. Mettendosi sotto i piedi la legalità amministrativa.

L’unico democristiano che cercherà di mettere un po’ d’ordine nell’amministrazione regionale – nelle nomine, negli enti e nelle società regionali, nel rispetto dei requisiti di legge e, soprattutto, negli alti vertici della burocrazia – è il presidente della Regione Piersanti Mattarella. Che verrà ucciso il 6 gennaio del 1980.

Non è un caso, lo ripetiamo, che citiamo la Dc degli anni ’70. Quando ai vertici della burocrazia regionale andavano in scena strane cose. Forse oggi quello che vediamo nella burocrazia regionale – con riferimento soprattutto agli alti vertici – è diverso da allora? Non ci sembra proprio.

Anzi, se proprio la dobbiamo dire tutta, allora c’era un certo rispetto delle forme. Oggi non si rispettano nemmeno quelle.

L’illegalità amministrativa che va in scena, oggi, negli ‘alti’ uffici della Regione tocca livelli siderali. Che dire, ad esempio – ma è soltanto un esempio – la nomina ai vertici dell’Irsap, contestata in punta di diritto. Con il presidente della Regione che afferma: “Alfonso Cicero i titoli li ha acquisiti sul campo”. Quali titoli? E in che ‘campo’?

A un certo punto, qualche settimana fa, i giornali hanno pubblicato la notizia di un parere dell’Avvocatura dello Stato che, in barba al decreto legislativo n. 39 di quest’anno, consentirebbe agli alti burocrati regionali di tenere due incarichi. Dove sia questo parere non si sa. E non si conosce – soprattutto – a quali domande avrebbe risposto tale parere: come se questo punto fosse secondario…

Qualche giorno fa la Corte dei Conti ha messo sotto accusa l’ex presidente Lombardo. Motivo: ha utilizzato dirigenti ‘esterni’ all’amministrazione. Ci aspettavamo che il presidente Crocetta ‘licenziasse’ subito, su due piedi, i dirigenti ‘esterni’ all’amministrazione regionale. Invece, almeno fino ad ora, sono tutti al loro posto. A cominciare proprio dagli alti dirigenti che il Governo Crocetta ha ereditato dal Governo Lombardo: Patrizia Monterosso, Romeo Palma e marco Lupo.

Domanda: resteranno ancora dove sono per molto? Forse Crocetta pensa che ciò che la magistratura contabile ha contestato a Lombardo non verrà contestato a lui?  

Oggi, come allora, assistiamo a fatti incredibili. E, come allora, c’è lo ‘Stato’. Ieri sotto forma di “sistema di potere democristiano”, come lo definiva Enrico Berlinguer. Oggi in modo più sfumato, ma non per questo meno visibile. Anzi.

In tutto questo ci sono i risvolti politici. Crocetta ha fondato un proprio Movimento politico – il Megafono – insieme con Lumia e altro sodali. Alle ultime elezioni amministrative ha fatto perdere al PD voti, consiglieri comunali e Sindaci. Però lui e Lumia dicono di essere ancora nel PD. Una farsa.

Dice di essere ancora nel PD, Crocetta. Però a modo suo. Decidendo il da farsi. Cambiare gli assessori che, oggi, rispondono tutti a lui, a Lumia e a Confindustria Sicilia? “Impossibile in questo momento perché sarebbe destabilizzante”, dice il presidente della Regione. E ha ragione: un ricambio degli assessori “destabilizzarebbe” Crocetta, Lumia e Confindustria Sicilia che, fino ad oggi, si sono fatti i cavoli propri.

Crocetta spiega che cambiare gli assessori oggi sarebbe “pericoloso per lo sviluppo, perché esporrebbe la Sicilia al giudizio delle agenzie di rating, e sul fronte della legalità, perché la mafia potrebbe approfittare del clima di confusione”.

Di quale “sviluppo” parla il presidente non è dato sapere, visto che l’unico “sviluppo” visto fino ad oggi in Sicilia è stato osservato è quello dei posti di sottogoverno che lo stesso Crocetta ha spartito con i suoi amici e sodali.

Quasi comico anche il passaggio sulle “agenzia di rating”: dovrebbero premiare la Sicilia perché Crocetta tiene in Giunta gente che dice sempre “sì” a lui, a Lumia e a Confindustria Sicilia? E che dire, poi, della mafia che “potrebbe approfittare del clima di confusione”?

L’attuale presidente della Regione pensa veramente che protagonisti e osservatori della politica siciliana siano così ingenui da prendere in seria considerazione simili giustificazioni?

In questo clima domani Crocetta e Lumia, si recheranno alla direzione regionale del PD siciliano. Per dire che cosa? E perché un Partito come il PD continua a discutere con un personaggio del genere? Nel PD siciliano pensano ancora che Crocetta sia in grado di fare il presidente della Regione?

 

 

Redazione

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