Un palco di 550 metri quadrati, oltre 270 costumi, 45 artisti, 23 cambi di scena, 40 tecnici, 15 persone in produzione, 13 tir per trasportare tutti i materiali necessari, 11 interpreti, cinque protagonisti. Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo è un musical da record. Tanto che nel costo complessivo dell’opera – che si aggira attorno agli otto milioni di euro – è stato incluso l’affitto, per i tre mesi estivi, di una scuola di cinque piani a Roma, servita per le prove, le lezioni di recitazione, i disegni e la creazione di abiti e ambientazioni. Dopo un tour nazionale che ha totalizzato 330mila spettatori e 166 repliche, è arrivato a settembre a Palermo. E dal 22 al 25 gennaio 2015 il musical approderà in provincia di Catania, al palasport di Acireale. A produrlo è David Zard, l’impresario italiano che ha portato nel Belpaese Notre-Dame de Paris di Riccardo Cocciante, che afferma: «Per questo spettacolo, qualunque aggettivo superlativo è veramente poco».
«Gli attori che abbiamo scelto, eccetto alcuni che venivano dal teatro, venivano dal niente. Il nostro Romeo non parlava neanche italiano, al massimo parlava bassanese, lo abbiamo mandato a Firenze a studiare dizione», racconta Zard. A interpretare il ruolo del rampollo dei Montecchi è Davide Merlini («Lo abbiamo visto a X-Factor e abbiamo deciso che sarebbe stato il nostro protagonista, abbiamo rischiato e abbiamo vinto», dice il produttore), mentre Giulietta è Giulia Luzi. A seguire: Vittorio Matteucci (conte Capuleti), Luca Giacomelli Ferrarini (Mercuzio), Gianluca Merolli (Tebaldo), Riccardo Maccaferri (Benvolio), Leonardo Di Minno (il principe), Roberta Faccani (lady Montecchi), Barbara Cola (lady Capuleti), Silvia Querci (la nutrice) e Giò Tortorelli (frate Lorenzo). A dirigerli, Giuliano Peparini, «riportato in Italia dalla Cina», spiega David Zard. «Ho visto un suo spettacolo lì, faceva il direttore artistico e lavorava con i più grandi coreografi del mondo – dice l’uomo – Gli ho chiesto: “Vieni a farmi le coreografie di Romeo e Giulietta?”. Mi ha risposto: “No, vengo a farti la regia”».
Il risultato è uno spettacolo che «pur riproponendo la storia più rappresentata al mondo, in realtà nasce qui», prosegue Zard. «L’ho visto più di 60 volte e 60 volte mi sono commosso, sperando che Romeo e Giulietta alla fine non morissero. E, a loro modo, non sono morti, sono rimasti immortali nei secoli e in questo musical acquisiscono un volto nuovo». Una produzione diversa da tutte le altre che raccontano lo stesso dramma amoroso e, soprattutto, diversa da quella omonima di Riccardo Cocciante, chiacchierata anche per via dell’assenza della produzione di Zard: «Non ho lavorato con lui per alcune divergenze di opinione. Ho visto il suo Romeo e Giulietta, l’ho trovato bello. Ma è un’altra cosa rispetto al nostro: il suo è musicalmente datato, noi abbiamo trasformato Shakespeare in un’opera pop». Rendendola un esempio da imitare: «Franco Dragone, del Cirque du soleil, ha diretto l’Aida al teatro San Carlo di Napoli: mi ha detto che nell’ultima scena ha voluto fare un omaggio al nostro Romeo e Giulietta».
«Tutti questi riconoscimenti sono certamente merito dello spettacolo – interviene Gianluca Merolli, interprete di Tebaldo – ma soprattutto merito di William Shakespeare, un pozzo senza fondo all’interno del quale trovare sempre spunti nuovi, un autore al quale avvicinare i giovani». Che sono anche il pubblico d’elezione del musical: «Romeo e Giulietta sono due adolescenti, raccontano una storia d’amore vissuta con l’intensità che solo i giovanissimi sanno avere. A questo – prosegue Merolli – noi sommiamo una rilettura moderna che non lascia da parte la tradizione».
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