La nuova Mondello o il solito vecchio incubo? Romagnolo, con la sua spiaggia, è entrambe le cose. Potrebbe essere un paradiso, l’acqua è fresca già a riva e i dati sull’inquinamento diffusi già lo scorso anno dall’Arpa dicono che non è neanche poi così terribile. Ma il resto? Il nostro viaggio inizia da quella che idealmente è stata concepita, molti anni fa, come la porta della spiaggia: la casetta di legno con il lungo pontile panoramico che si spinge quasi fino al bagnasciuga. La passeggiata sul tappeto di tavole che porta al mare, ormai è noto, è pericolante da tempo. Le tavole, quando ci sono, sono marce e rumorose e la ringhiera è un lontano ricordo in molti tratti. Già prima di scendere in spiaggia dalla scalinata, degna di un film horror, si viene sopraffatti da un forte odore di urina. Proviene dalla casetta in legno accanto al pontile, o da quello che ne resta: una capanna sventrata, dove al posto delle bibite fresche si trovano solo spazzatura e un tappeto di preservativi usati.
La situazione sembra non potere peggiorare e invece basta spingersi di poco oltre, scendendo i gradini. Lì ci sono le strutture che avrebbero dovuto ospitare i bagni. È un vero e proprio inno alla devastazione. Dalle pareti bucate all’immondizia e i calcinacci, niente sembra più recuperabile. E il tutto è sottolineato dal solito acre odore. È lì che comincia la spiaggia. Ma quando tutto sembra ormai perduto, la sorpresa: decine e decine di bagnanti a godersi il mare della domenica. L’ombra al di sotto del pontile è divisa centimetro per centimetro, scientificamente. Ci sono famiglie con i bambini, comitive, anche persone da sole. Dirigendosi verso l’acqua l’odore non è più quello sgradevole di urina, ma sa di buono, di carne arrosto. Qui e là, disseminate sulla spiaggia, spuntano le prime griglie, i tavolini di plastica pieni di ogni prelibatezza, dalla carne di crasto alla pasta al forno. «Palermo è bella, non trovate? – dice un ragazzo – Noi siamo accampati qui da ieri sera. Il sindaco, siccome da poco ci sono state le votazioni, dice che vuole fare qui Mondello beach. Qua è bellissimo – continua – io ci sono nato, per questo è bellissimo».
Il ragazzo, che fuma seduto all’ombra del pontile pericolante, mentre la madre e la nonna preparano il pollo per la grigliata, sembra non curarsi del degrado che ha alle sue spalle. Preferisce guardare avanti. Ed è anche un bel vedere. La spiaggia, infatti, è inaspettatamente molto pulita. L’acqua, azzurra, non fa pensare al divieto di balneazione. E per centinaia di metri il bagnasciuga resta così: uno spettacolo. Ancora una volta, però, la sorpresa è dietro l’angolo. Anzi, dietro una duna di sabbia e sassolini ammucchiati lì apposta. Basta scollinare verso Sud, in direzione del parco Libero Grassi, di recente bonificato. Questa già prima era la parte più critica, ma ben poco è cambiato. Il torrente maleodorante è stato coperto, non c’è più. Di contro la distesa di bottiglie di plastica, i tubi, le buste e i residui di immondizia di ogni genere è sempre la stessa. Anche l’acqua qui è diversa, nonostante il tratto che sembra più pulito sia lì a poche bracciate di distanza. Qui i bagnanti sono molti di meno, ma non è raro vedere i bambini galleggiare nei loro salvagenti colorati accanto a sacchetti e altri rifiuti.
Il nostro viaggio tra i bagnanti della domenica, in quella che dovrebbe essere la nuova Mondello, sta quasi per concludersi. Guadagniamo l’uscita dalla spiaggia attraverso il piccolo sentiero alberato su via Messina Marine, all’altezza di via Diaz, che siamo costretti a scansarci perché, nonostante la pista ciclabile e il marciapiede, un bagnante dell’ultima ora ha deciso che deve entrare in spiaggia direttamente con la propria automobile, e per farlo ha scelto proprio quel sentiero. Perché i presupposti e le possibilità per avere una splendida spiaggia a pochi passi dal centro a portata di autobus e di tram, ci sono tutti. Ma siamo ancora tanto, troppo lontani.
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