Che la gente sogni un posto sotto il sole finto dei riflettori degli studi televisivi è un dato di fatto: mentre Striscia la Notizia continua la sua battaglia contro il gruppo editoriale L’Espresso (accusato di moralismo e doppiopesismo sull’uso del corpo delle donne), le agenzie che reclutano modelle e aspiranti showgirl fanno affari d’oro, propongono book e colloqui, corsi di portamento e di posa, tutto per aiutare giovani donne ad apparire belle che più belle non si può.
Ma non è detto che le uniche cose che contano, per entrare nel patinatissimo star system nostrano, siano un sorriso luminoso e un fisico 90-60-90, giacché ci sono trasmissioni che vogliono altro, che cercano la nuova Lorella Cuccarini, che sappia ballare, cantare, recitare, presentare, fare ironia, e se pure il caffè lo fa bene è meglio.
Parliamo di “Ragazza Italiana“, il nuovo talent che andrà in onda su Canale 5 a partire dal prossimo autunno: «È finita l’era delle meteore impreparate che puntano più al look e alla seduzione che alla professionalità», si legge nell’annuncio dei casting. Dunque le star de La Pupa e il Secchione lavorerebbero a Mediaset perché unte del Signore.
Giacché i selezionatori sono fortunatamente approdati anche alle pendici dell’Etna per cercare giovani talentuose, piazzarsi là, alla Terrazza Ulisse, per vedere cosa venisse fuori dalle sicule che si credono meglio di Paola Cortellesi era il minimo che si potesse fare.
La varia umanità è commovente, bisogna ammetterlo: «Qual è il fiume che bagna Firenze?» «Perché, c’è un fiume che bagna Firenze?». Sì, ma sono anni che nessuno ci lava i panni dentro. «Se ti diciamo Antonio Zichichi?» «Chi, il calciatore?». Ruggero Sardo, il volto noto di alcune reti televisive locali che faceva le domande alle wannabe Michelle Hunziker, in alcune occasioni, sembrava perfino imbarazzato. Perfino.
«Conosci l’inglese?», ha chiesto a una sedicenne a cui non importava che l’età minima per partecipare ai casting fosse diciott’anni. «Sì», ha risposto lei, e ha continuato: «I’m from italian, and I have six years, ma sono sedici e mezzo, in realtà, perché ad agosto ne faccio diciassette».
Ma la cultura generale, si sa, non ha a che fare col talento. Di questo era certa la ragazza di Messina che, fisicamente, tutto sembrava fuorché un fuscello. Top aggressivo di pallettes dorate, minigonna inguinale che tanto valeva presentarsi in mutande, stivali a mezza coscia leopardati perché l’animalier è la tendenza della prossima estate, e ombelico al vento perché la porchetta, invece, va di moda tutto l’anno. Somigliava straordinariamente a Gemma del Sud, e ne aveva le stesse potenzialità. Presentava una canzone in spagnolo, ma qualunque altra lingua sarebbe stata uguale, visto lo spreco di «nananananana»: non a caso il suo «cantautore italiano» (mi assumo la responsabilità di quelle virgolette) preferito è Tiziano Ferro.
Però, posso assicurarvelo, non è stata la peggiore: tutto un gorgogliare di «mi sento un po’ come Christina Aguilera e ho la stessa voce», spaccando specchi e timpani con stecche buone per giocarci a biliardo; tutto un volteggiare di ballerine provette tanto che l’Operà di Parigi era tutta là fuori, con le spranghe in mano, per spezzare gambe e risparmiare al mondo l’orrore di ulteriori tentativi di costoro di raggiungere la notorietà; tutto un tremare di allieve di Shakira, convinte che la danza del ventre non sia necessario studiarla, bensì basti tentare di somigliare, in ogni singolo movimento ed espressione del viso, a un panda colto da ripetuti e continuativi attacchi epilettici.
«Fabrizio Corona è un ottimo fotografo, e un bravo giornalista», ha affermato un’altra: Indro Montanelli s’è rivoltato un paio di volte, poi l’ha maledetta, questa giovane bestemmiatrice.
«Guardatela che bella, mia figlia là sopra: pensate, è la prima volta che sale sul palco e pare ci sia nata», si vantava una madre, urlando quasi, con le lacrime di commozione agli occhi. Peccato che la balenottera spiaggiata sotto i riflettori che costei aveva partorito stesse facendo una grama figura tentando di spiegare per quale ragione la «ragazza italiana» di Mediaset fosse proprio lei e nessun’altra.
Tutte hanno risposto la stessa identica cosa: «Perché è il mio sogno». Pensate, io me lo sono persa questo brano della Costituzione che sancisce il diritto di tutti i cittadini a veder realizzati i propri sogni più infantili. Ma datemi tempo che recupero, eh: spiego a mio fratello che può diventare Tom Cruise in “Top Gun”, e io vado a togliere la sedia da sotto il sedere a Ezio Mauro. Sapete, è il mio sogno.
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