Possibile vittima di un complotto per screditarlo. È questa la lettura che l’ex sindaco di Priolo Gargallo, Antonello Rizza, dà alle accuse che la Procura di Siracusa gli rivolge e che hanno portato la settimana scorsa all’arresto per truffa, turbativa d’asta e frode nelle pubbliche forniture. Rizza, che si è dimesso all’indomani dei fatti con il chiaro intento di agevolare il percorso verso una revoca della misura cautelare così da avere la possibilità di continuare la campagna elettorale per le Regionali, questa mattina ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari Giuseppe Tripi.
L’interrogatorio di garanzia è durato una decina di minuti. Accanto a Rizza c’erano i suoi legali, gli avvocati Tommaso Tamburino e Domenico Mignosa. Il politico priolese, che nel collegio di Siracusa è in lista con Forza Italia, sostiene che le accuse dei magistrati si basano su intercettazioni di colloqui tra persone che non sarebbero state a lui vicine. Anzi. «Non è stata violata alcuna norma e gli affidamenti sono stati applicati secondo la legge – commenta Tamburino all’Agi -. L’ipotesi accusatoria si fonda essenzialmente sulle intercettazioni e Rizza ha accennato come i soggetti che parlano in queste intercettazioni sono persone a lui legate da motivi di inimicizia. Quando ci sarà il processo dovremo capire se queste persone che parlano raccontano fatti veri o stanno recitando».
Nel corso dell’incontro i legali hanno depositato anche un’istanza di scarcerazione, motivandola con la mancanza dei «requisiti della custodia cautelare». La decisione del gip potrebbe arrivare già nelle prossime ore. Nell’eventualità Rizza dovesse tornare in libertà avrebbe la possibilità di proseguire la raccolta del consenso in vista del voto del 5 novembre. Il nome dell’ex primo cittadino priolese è stato più volte tirato in ballo, nei giorni scorsi, dagli avversari di Nello Musumeci, il candidato presidente per il centrodestra. Rizza, infatti, con i suoi quattro processi già aperti e oltre venti capi di imputazione, è considerato il più impresentabile tra i candidati all’Assemblea regionale siciliana. A prendere le distanze da lui è stato indirettamente anche lo stesso Musumeci che ha invitato i propri sostenitori a non votare coloro che hanno problemi nella giustizia, anche se sono nelle liste del centrodestra.
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