Rivolta in Bosnia-Erzegovina, bruciano i palazzi del potere. Video e foto

di Gabriele Bonafede

La rivolta in Bosnia Erzegovina si estende ormai a 32 città del paese balcanico tristemente noto per la raccapricciante guerra civile del 1992-1995 nella quale perirono, secondo alcune stime, circa 200.000 persone su una popolazione di circa 4 milioni di abitanti.

Sarajevo in rivolta. Foto di Mario Perc circolata sul web pubblicata da bitly.com.

Paragonabile alla Sicilia come numero di abitanti, la Bosnia-Erzegovina ha una superficie di circa il doppio. In qualche modo è anch’essa un’isola, nel bel mezzo dei Balcani occidentali, per via della difficile accessibilità, soprattutto della parte centrale montagnosa e collinare. Dilaniata in tre etnie (bosniaca, croata e serba), fu rappacificata a caro prezzo nel 1995 e, di fatto, è una specie di protettorato dell’ONU e dell’UE. La presidenza è a rotazione per ognuna delle tre nazionalità, ma sotto la supervisione di un plenipotenziario e cioè l’Alto Rappresentante per la Bosnia-Erzegovina.

Le varie province del Paese, almeno per quanto riguarda la zona bosniaco-croata, sono però un mosaico di autorità locali. Teoricamente, il Paese è diviso in due grandi parti e un piccolo distretto autonomo(la Federazione di Bosnia-Erzegovina e la Repubblica serba di Bosnia Erzegovina, più l’autonomo Distretto di Brcko), ma di fatto in tre: quella centrale bosniaca, quella settentrionale e orientale, serba, e quella sud-occidentale (l’Erzegovina) croata.

Tuzla, il palazzo governativo brucia. Foto tratta da www.wn.com

Le ragioni dei rivoltosi sono connesse con due aspetti purtroppo comuni a molti Paesi della periferia d’Europa: la crisi economica con mostruosi tassi di disoccupazione, e la corruzione di chi governa. La Bosnia Erzegovina ha fatto grandi passi avanti nell’integrazione con le politiche economiche europee ed ha firmato qualche anno fa l’Accordo di Associazione con l’UE, lo stesso tipo di accordo rifiutato un paio di mesi fa dall’attuale governo ucraino.

Ieri i rivoltosi hanno dato alle fiamme i palazzi governativi delle due città maggiori in area bosniaca: Zenica, al centro del Paese, e Tuzla,  vicino la zona serba. La rivolta è ormai estesa in tutto il Paese, soprattutto nell’area della Federazione di Bosnia-Erzegovina, ma anche nell’area della Repubblica serba di Bosnia Erzegovina.

I feriti si contano a decine: un centinaio secondo le autorità, circa duecento secondo Al-Jazeera. Secondo lo stesso organo d’informazione, circa 6000 persone sono scese in piazza a Tuzla, città di 120.000 abitanti.

In un articolo della BBC alcuni intervistati per le strade paventano una situazione analoga a quella del 1992. Il che non lascia dormire sogni tranquilli.

Ecco un video della rivolta pubblicato da Ruptly TV su youtube.

Gabriele Bonafede

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